Skip to main content

Tutti gli affari musulmani di Donald Trump

Dice di detestare i musulmani, promette di espellerli dagli Stati Uniti quando diventerà presidente, ma il candidato repubblicano Donald Trump non si fa certo problemi quando si tratta di fare affari con sceicchi e uomini della finanza che predicano il Corano.

Gli investimenti nel mondo islamico del magnate americano che sogna la Casa Bianca non sono pochi e contano su miliardi di dollari. Nell’ultima dichiarazione dei redditi presentata da Trump nel 2015 sono state dichiarate 515 imprese dove figura come presidente, manager, membro o tesoriere. Il patrimonio ammonta a circa 1,5 miliardi di dollari. Da quanto si legge su Quartz, Trump ha business negli Emirati Arabi, Azerbaijan e Turchia, e nuovi progetti in Indonesia, il Paese con più musulmani al mondo.

L’AMICO SAUDITA

I vincoli commerciali e finanziari dell’imprenditore con i musulmani non sono nuovi, risalgono a più di 10 anni fa. Come ricorda Money Cnn, nel 1995 Trump controllava l’albergo di lusso Hotel Place di New York. Dopo molti debiti, si è visto costretto a venderlo. Ad acquistarlo è stato il principe saudita Walid bin Talal, già cliente di Trump perché aveva acquistato un sua barca di lusso. Il reale saudita pagò parte dell’ipoteca di Trump sull’albergo: 300 milioni di dollari.

L’ALBERGO A BAKU

A novembre del 2014, Trump annunciò l’apertura di un albergo a Baku, Azerbaijan, con imprenditori locali. Nella dichiarazione dei redditi l’imprenditore ha detto di avere guadagnato 2,5 milioni di dollari per “spese di gestione” del Trump International Hotel e della Torre Baku.

I CAMPI DA GOLF A DUBAI

Di recente, Trump ha chiuso un piano di costruzione di due campi da golf a Dubai, Emirati Arabi. Nella dichiarazione dei redditi che tutti i candidati alle primarie devono presentare, Trump ha descritto il progetto a Dubai come “un accordo di gestione con proprietari DAMAC” dicendo che “il valore degli attivi non è facilmente quantificabile”. Trump è azionista della Trump International Golf Club Dubai. Sul sito web è stata pubblicata una lettera firmata da lui che dice che il club “supererà tutte le aspettative, non ci sarà nulla di simile in tutta la regione”. Il secondo campo di golf del Trump World Golf Club Dubai aprirà nel 2017. Inoltre, ci sono molti accordi firmati con immobiliari locali per l’utilizzo del nome Trump.

LE TORRI A ISTANBUL

Sul sito dell’impresa di Trump si spiega anche la partecipazione nelle Torri Trump a Istanbul, con un palazzo residenziale e uno di ufficio. Ubicate nel quartiere Sisli della città turca, le torri non sono di sua proprietà, ma per l’utilizzo del nome ne guadagna tra un milione e cinque milioni di dollari all’anno.

INTERESSI NEL MONDO ARABO

Poco prima di presentare la dichiarazione – e per questo motivo non sono stati inclusi – Trump ha firmato due contratti per la costruzione di villaggio vacanza a Bali e di un campo da golf a Java.
La pubblicazione Hotelier Middle East ha citato un’intervista alla figlia del candidato, Ivanka Trump, dove sostiene che “Dubai è una città prioritaria per noi. Stiamo valutando molte opportunità ad Abu Dhabi, Qatar e Arabia Saudita”. Inoltre, ha detto che “non abbiamo preso una decisione finale in nessuno di questi mercati ma abbiamo molte proposte allettanti”.

Nonostante Trump abbia offeso più volte gli islamici, e abbia minacciato di vietare l’ingresso negli Stati Uniti ai credenti dell’Islam, nessun governo o socio in affari di religione musulmana si è lamentato con quello che di fatto è il candidato più ricco della campagna elettorale presidenziale Usa 2016.


×

Iscriviti alla newsletter