Gli avvenimenti sui mercati finanziari delle ultime settimane sono riconducibili ai soliti tre fattori, che questa volta però si sono mossi in direzione opposta rispetto al passato. Il dollaro USA più debole, il recupero dei prezzi del petrolio dai minimi e il miglioramento dei dati economici hanno attenuato gli eccessivi timori di una recessione globale, portando ad un allentamento delle tensioni sui mercati.
PUNTO DI SVOLTA N.1: APPREZZAMENTO DEL DOLLARO PROSSIMO ALLA FINE
Le stime sul differenziale dei tassi tra le diverse aree valutarie rappresenta un fattore centrale per l’andamento dei cambi. Nel primo trimestre la Bank of Japan (BoJ) e la Banca Centrale Europea (BCE) hanno allentato ulteriormente la propria politica monetaria nel tentativo di favorire l’aumento dei prezzi al consumo. Secondo l’opinione di alcuni, la BCE potrebbe anche ricorrere all’“helicopter money” come ultima risorsa. Al contrario, a fine 2015 la Federal Reserve (Fed) ha attuato un primo rialzo dei tassi di riferimento. Nell’ultima riunione del FOMC, tuttavia, i toni sono stati più accomodanti. Pertanto, il ciclo di inasprimento americano dovrebbe proseguire molto gradualmente; si eviterebbe così, almeno per il momento, una forte divergenza tra le politiche delle principali autorità monetarie. Tale situazione, unita alla valutazione ambiziosa del dollaro rispetto ai fondamentali, lascia prevedere che la fase principale di apprezzamento della valuta statunitense sia ormai prossima alla conclusione. La minor forza del biglietto verde inoltre tranquillizzerebbe le autorità cinesi: un dollaro più debole, infatti, ridurrebbe le pressioni di vendita sul Renminbi. Nel breve periodo, tuttavia, non si esclude un possibile nuovo apprezzamento del dollaro, dato che attualmente i mercati monetari scontano un ciclo di inasprimento ancora più blando di quanto indicato dalle proiezioni dei membri del FOMC (“dots”).
PUNTO DI SVOLTA N.2: MINORI PREOCCUPAZIONI PER GLI SVILUPPI CONGIUNTURALI
A inizio anno i timori che in Cina si verificasse un “hard landing” della crescita e che la ripresa economica statunitense, ormai in fase avanzata, volgesse al termine, avevano alimentato l’incertezza degli investitori. Nel complesso l’economia mondiale dovrebbe mantenersi debole, pur avvicinandosi al potenziale. Il settore manifatturiero USA, al centro delle preoccupazioni sull’economia americana, inizia a dare segnali di ripresa. La stagione di pubblicazione dei bilanci per il primo sorprese positive, ma molto probabilmente risultare in linea con le aspettative già riviste al ribasso.
PUNTO DI SVOLTA N.3: PREZZO DEL PETROLIO ALLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO
Il greggio è quotato in dollari, pertanto la minore forza del biglietto verde favorisce un aumento delle quotazioni al di fuori degli USA. La recente ripresa è riconducibile, tra l’altro, alle attese di limitazioni sul fronte della produzione. In occasione dell’incontro tra i principali Paesi produttori che si terrà a Doha il 17 aprile si dovrebbero compiere nuovi passi in tale direzione. L’eccesso di offerta a livello mondiale si ridurrà comunque solo lentamente, limitando il potenziale di rialzo del prezzo del petrolio.
CHE COSA SIGNIFICA TUTTO CIò PER GLI INVESTOTORI
I toni più “dovish” della Fed sostengono i rendimenti reali contenuti e le crescenti attese inflazionistiche negli USA. Le obbligazioni governative statunitensi potrebbero subire delle battute d’arresto, alla luce delle aspettative ancora più basse sui rialzi dei tassi incorporate nelle quotazioni. Il mercato obbligazionario europeo è invece influenzato dal programma di acquisto di titoli recentemente ampliato dalla BCE. Le asset class rischiose, come le azioni, dovrebbero continuare a beneficiare della riduzione delle preoccupazioni sull’andamento economico. La volatilità potrebbe comunque essere elevata, rendendo consigliabile continuare a diversificare ampiamente gli investimenti nelle diverse asset class.