Le PMI innovative italiane sembrano aver gradito l’introduzione del cosiddetto SME Instrument, lo strumento ideato dalla Commissione Europea, introdotto appositamente per il settennato 2014-2020, e destinato specificamente alle piccole e medie imprese allo scopo di andare a colmare il gap di finanziamento durante le fasi iniziali del ciclo di vita dell’innovazione, e dunque la fase di R&S dell’innovazione stessa. La gestione di questo strumento è stata affidata all’Agenzia Esecutiva per le Piccole e Medie Imprese (EASME). È dai dati EASME che emerge un fatto interessante: l’Italia è prima tra tutte sia per numero di richieste presentate che per numero di imprese finanziate. Nel biennio 2014-2015, infatti, l’Italia è capofila con 3.709 progetti complessivamente presentati, di cui circa l’80% relativi alla cosiddetta Fase 1 dello strumento, ossia quella in cui il finanziamento è volto a verificare la fattibilità ed il potenziale commerciale dell’idea progettuale; il restante 20% si riferisce alla Fase 2, quella cioè in cui il finanziamento è rivolto allo sviluppo del prototipo tramite ad esempio attività dimostrative, test, miniaturizzazioni. Dei progetti presentati solo 233 sono quelli approvati – pari ad un tasso di successo del 6,2% – ma comunque ben superiore al numero di progetti finanziati in altri Paesi, quali Regno Unito (191), Germania (109), Francia (88), Paesi Bassi (69). L’Italia resta seconda solo alla Spagna, che ottiene il finanziamento per 297 dei 2.913 progetti presentati, con un tasso di successo superiore al 10%.
Guardando più nello specifico al caso italiano, le 276 imprese che hanno ottenuto il finanziamento – quasi una su cinque è una start-up – operano prevalentemente nei settori delle nanotecnologie, dei trasporti e dell’efficienza energetica, che cumulativamente rappresentano quasi la metà dei beneficiari italiani.
Complessivamente al nostro Paese sono stati destinati fondi per 59,6 milioni di euro, pari a circa il 12% del totale delle risorse stanziate dall’Unione Europea. Gran parte dei finanziamenti, sia per importo erogato che per numero di imprese finanziate, finisce in Lombardia (circa il 30% dei finanziamenti complessivamente somministrati). Seguono Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. Delle regioni meridionali, tra le regioni che si distinguono per finanziamenti di un certo livello, figura solo la Campania che, con quasi 5,4 milioni di euro destinati a sole 6 imprese, si posiziona 5° in graduatoria.
La buona notizia è che, finita una fase, si apre un nuovo ciclo di opportunità per le PMI: lo SME Instrument prevede, per il biennio 2016-2017, un budget potenziato di 740 milioni di euro, quasi il 50% in più rispetto ai 500 milioni concessi nel corso del biennio appena trascorso.