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Ecco come e perché la Francia seduce l’Egitto di al-Sisi

La recente visita del presidente Hollande in Egitto è esaminata in Italia con la stessa lente critica. Per molti aspetti, la relazione della Francia con l’Egitto può essere paragonata a quella italiana. L’Italia può vantare importanti interessi economici come l’esplorazione di giacimenti di gas offshore da parte dell’Eni, ma anche una serie di investimenti nel tessuto economico da parte della rete di Pmi italiane.Per quanto riguarda la Francia, va rilevata la recente crescita della relazione politico militare con l’Egitto, diventato un cliente privilegiato per l’industria della difesa francese, soprattutto dopo la vendita dei caccia Rafale.
Questa tendenza è particolarmente significativa dal 2014, da quando Il Cairo cerca una diversificazione delle sue garanzie di sicurezza nei confronti del relativo “ritiro” degli Stati Uniti dalla regione, sottolineato dal rifiuto americano di intervenire militarmente in Siria nel 2013, malgrado il fatto che la “linea rossa” tracciata dall’amministrazione Obama fosse stata oltrepassata dal regime di Basharel-Assad.
La Francia appare quindi come un fornitore di sicurezza credibile, che non esita a ricorrere all’impiego della forza. Inoltre la presidenza Hollande ha riportato Parigi a uno stretto dialogo con l’Arabia Saudita, sostenitore fondamentale del governo al-Sisi.La relazione fra Parigi e Il Cairo rappresenta dunque un’asse strategico-militare che accompagna anche la volontà della Francia di poter pesare sulla stabilizzazione della zona e sul contrasto al jihadismo, con in mente lo scenario libico.
 
(Brano tratto da un’analisi più ampia che si può leggere qui


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