Il passo di lato di Bertolaso a favore della candidatura Marchini a Roma è stata annunciata con un caustico quanto smilzo comunicato di Silvio Berlusconi all’ora di pranzo, giusto in tempo per i TG nazionali. Non certamente una novità: la notizia era attesa, infatti, da giorni dopo le reiterare attestazioni di stima del candidato Bertolaso nei confronti dell’ex concorrente Marchini, ma una “rivoluzione”, sì.
A Roma cambia tutto e forse anche in Italia. Dopo anni di fratture il cosiddetto “centro” -da cui si governa da sempre il Belpaese- sembra ritrovare una onorevole unità. A Milano, in cui nelle alleanze ha prevalso la vecchia cara e “conveniente” idea di bipolarismo all’amatriciana, ma soprattutto a Roma dove sinistra e destra sono tornate ad occupare i loro scranni storici di avanguardie estremiste minoritarie (Fassina a sinistra, Meloni a destra) mentre la sfida per il governo della città eterna si riduce a tre (o, forse, a due): Raggi da una lato, Giachetti e Marchini dall’altro.
In politica l’eccessiva semplificazione è sempre cattiva consigliera ma gli appelli di Giachetti al centro dell’ex centro-destra e gli attestati di stima riservati, sempre dallo stesso Bertolaso, a Giachetti fanno intravedere un inconfessabile ma (forse) reale patto di desistenza tra PD e centristi (compresa Forza Italia). Per cui in un eventuale ballottaggio Giachetti potrebbe contare (e non sarebbe uno scandalo) sui voti di Marchini e viceversa.
Nessun nuovo patto del Nazareno, ma qualcosa -forse- di più: l’inizio di una possibile «normalizzazione» in un sistema politico nazionale per tanti versi “sconclusionato”.
La storia sembra riproporsi: come nel 1993 quando per la corsa al Campidoglio Berlusconi si schierò al fianco di Fini e da lì partì una nuova storia per la politica italiana, la decisione di Berlusconi di strappare a destra, unirsi al centro per guardare nell’eventuale ballottaggio di buon occhio un gentil “signore” dell’entourage renziano, sembra prefigurare una “svolta storica” con l’apertura verso scenari impensabili appena sei mesi fa quando un’ingiallita quanto sbiadita foto riproponeva un improbabile vecchio centrodestra.