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La Russia farà la guerra anche con i delfini

Alle Forze armate della Federazione russa non bastano i carri armati T-14 Armata, i più imponenti della Terra, e nemmeno i nuovi caccia Su-35S della Sukhoi, o gli elicotteri da combattimento Ka-52 Alligator. Il ministero della Difesa è pronto ad arruolare anche i delfini. Il dicastero guidato dal ministro Sergeij Shoigu, infatti, ha pubblicato un bando per l’acquisto di cinque esemplari di questi mammiferi e, come scrive la Tass, sul sito internet del ministero sono riportate anche le caratteristiche di questi animali che andranno a servire Vladimir Putin (come presidente della Federazione è anche comandante in capo delle Forze armate del paese): innanzitutto dovranno essere due femmine e tre maschi, con un’età compresa tra i tre e i cinque anni. La lunghezza del corpo, invece, dovrà essere compresa tra i 2,3 e i 2,7 metri. Tutti e cinque, poi, dovranno mostrare una buona capacità motoria.

Per l’acquisto dei cinque delfini il ministero della Difesa è pronto a investire 1,75 milioni di rubli (circa 22 mila euro) e nel bando vengono ovviamente elencate tutte le precauzioni che devono essere adottate dal momento della cattura dei mammiferi fino alla consegna. C’è però un dettaglio che non viene specificato: per quale motivo il ministero è alla ricerca di questi delfini e a quali scopi saranno impiegati.

Il pensiero corre subito ai delfini da combattimento, l’Unione sovietica ai tempi della guerra fredda con gli Stati Uniti aveva addestrato questi animali per compiere azioni militari e quando la Russia nel 2014 ha annesso la Crimea a Sebastopoli era ancora presente un centro per l’addestramento dei delfini da combattimento. Nel dicembre del 2014 era emersa la notizia di come le Forze armate russe avessero tenuto un’esercitazione militare con la flotta del Mar Nero e, in questa occasione, pare fossero stati impiegati anche i delfini da combattimento.

Il portavoce del ministero della difesa Igor Konashenkov negò tutto, sostenendo che non c’era alcuna “necessità di utilizzare metodi esotici per proteggere le nostre acque”, tuttavia qualche dubbio rimase. Anche perché sempre nel Mar Nero, nell’aprile del 2014, si tenne un’esercitazione della Nato in cui i delfini da combattimento americani si allenarono con quelli russi e, come aveva spiegato Tom Lapuzza, portavoce del programma di addestramento animali della Marina americana, in quel frangente si testarono sistemi per disorientare i sonar nemici. I delfini da combattimento, infatti, possono essere impiegati per diversi scopi: sono preziosi per individuare obiettivi nemici, sono in grado di lavorare al fianco dei sommozzatori, possono anche attaccare i sub o posizionare ordigni sotto le navi.

(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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