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Legittima difesa, ecco i nodi del contendere

Se il tema non fosse molto serio, verrebbe da sorridere sulle ragioni del braccio di ferro in Parlamento tra chi vuole una riforma “morbida” della legittima difesa e chi la reclama “dura”. Come se un diritto elementare delle persone aggredite, non per caso previsto in tutti i codici del mondo, potesse essere interpretato in modo tenero oppure arcigno. Nel dubbio dei contendenti, che sono soprattutto il Pd da una parte e la Lega dall’altra con in mezzo l’Ncd che tira un po’ di qua e un po’ di là, il testo è tornato in commissione dall’aula della Camera dove si trovava. Ma così si rischia il peggio per tutti: che il necessario aggiornamento della legge a tutela delle vittime colpite e rapinate in casa, al lavoro o dove sia, venga rinviato fino a quando gli Azzeccagarbugli delle contrapposte parti si saranno accordati.

Intanto, però, la Procura di Vicenza riporta Lorsignori coi piedi per terra, chiedendo l’archiviazione per Graziano Stacchio, il benzinaio di Ponte di Nanto accusato di eccesso colposo di legittima difesa. In una sera di febbraio del 2015 l’uomo prese un fucile e sparò per difendere la commessa di un negozio di preziosi assaltato da criminali. Il malcapitato ne uccise uno, schivando raffiche di mitra. Da qui la richiesta della magistratura, che con ogni evidenza considera proporzionata al drammatico evento quella difesa della donna.

Nient’altro che analoga attenzione ora si pretende dal legislatore. Perché qui non è in ballo alcuna par condicio né presunzione d’innocenza: chi entra illegalmente in casa altrui, spesso armato e disposto a ogni violenza pur di rubare e devastare, già di per sé si mette sul banco degli imputati. Delinquenti e derubati hanno in comune soltanto la prima sillaba. Immaginare di trattare con lo stesso anelito garantista il colpevole e la vittima, entrambi acclarati, significa non capire il disgusto profondo che tanti italiani colpiti nei loro beni e nei loro affetti provano per una legislazione oggi ingiusta, insufficiente e troppo “interpretabile”.

Il pericolo maggiore non è che tranquilli e disarmati cittadini ambiscano a diventare giustizieri. E comunque reazioni da Far West si possono accertare con facilità e punire con severità. Il pericolo è che l’assalto dei delinquenti non venga percepito come uno dei crimini più odiosi. E che le vittime siano lasciate sole non soltanto nel buio della notte, ma anche il giorno dopo di fronte alla Legge.

(Articolo pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi e tratto dal sito www.federicoguiglia.com)

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