Rafforzare ulteriormente l’ottima iniziativa del fondo Atlante e avviare di pari passo un altro fondo di partecipazione per prevenire altri tipi di defaillance, magari negli istituti di più piccole e medie dimensioni. E’ questa – secondo la ricostruzione di Formiche.net – l’impostazione alla quale sta lavorando l’Abi, l’associazione delle banche presieduta da Antonio Patuelli.
OK IL FONDO ATLANTE, DA RAFFORZARE
C’è un plauso convinto da parte dell’associazione bancaria all’iniziativa che ha dato vita al fondo Atlante con la partecipazione delle maggiori banche e assicurazioni, oltre che della Cassa depositi e prestiti, sotto l’auspicio sistemico del governo. Tutto nasce da effetti non esaltanti della normativa di Bruxelles: “La sperimentazione della nuova normativa europea sulla risoluzione bancaria, avvenuta a novembre scorso – ha detto Patuelli – non ha dato un risultato accettabile. Dunque, viva il fondo Atlante, che ha evitato che anche una banca ben più cospicua delle quattro, come la Popolare di Vicenza, andasse in risoluzione”. Ora, però, il fondo presieduto da Alessandro Penati va ulteriormente rafforzato, secondo il presidente dell’Abi.
SERVE UN SECONDO FONDO
Inoltre, secondo il presidente dell’Abi, di pari passo sarebbe necessario anche un intervento di tipo volontario e partecipativo da parte delle aziende di credito per dare la speranza di recuperare le risorse investite mentre il settore creditizio a novembre scorso si è trovato a dover sborsare 2 miliardi e 350 milioni a fondo perduto. “Per questo – ha detto negli scorsi giorni Patuelli al Sole 24 Ore – io credo che se il Fondo Atlante non potrà fare tutto da solo, sarà necessario trasformare un altro fondo volontario in fondo di partecipazione, che intervenga a prevenire le conseguenze dei dissesti”.
GLI AUSPICI DELL’ABI DI PATUELLI
Tra gli obiettivi dell’Abi presieduta da Patuelli ci sarebbe quello di veder nascere un altro fondo volontario sull’esempio di Atlante. In casa Abi si parla infatti di un fondo volontario da innestare su quello nato pochi mesi fa di fianco al fondo obbligatorio dell’Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi.