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Il balletto Le Parc arriva all’Opera di Roma

Foto di Sébastien Mathé

Grande prima a Roma il 5 maggio: arriva “Le Parc” di Angelin Preljocaj. Il balletto resterà in scena sino all’11 maggio, con Eleonora Abbagnato, Stéphane Bullion étoile ospite, i Solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. “Le Parc” viene considerato tra i balletti che hanno rivoluzionato la danza alla fine degli Anni Novanta, quando debuttò all’Opéra Garnier a Parigi nel 1994. Da allora è stato ripreso a Parigi più volte, ma è stato visto anche alla Deutsche Oper Berlin, al Mariinskij di San Pietroburgo ed alla Scala il cui allestimento arriva a Roma. Ne esiste anche un pregevole dvd.

Nel 1994 Angelin Preljocaj – coreografo francese d’origine albanese, appartenente alla seconda generazione della “nouvelle danse” – lo ha creato per i ballerini dell’Opéra di Parigi. Il balletto, mescolando il linguaggio accademico con quello contemporaneo, diventò subito un’icona della nuova danza di fine novecento. “Le Parc”, rappresentato regolarmente all’Opéra di Parigi da ormai ventidue anni, è tra i titoli di Preljocaj quello più ripreso dalle compagnie di balletto.

“Le Parc”, ambientato nel mondo aristocratico del Grand Siècle francese, è un balletto in tre atti sull’arte di amare. Preljocaj affronta con grande lucidità il tema dell’innamoramento e i codici amorosi della seduzione, con i raffinati e delicati giochi nei sentieri dell’amore in forma contemporanea. L’azione, che mantiene unità di luogo e tempo, si svolge in un parco alla francese rivisitato in chiave costruttivista, grazie alle scenografie di Thierry Leproust. La musica di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) cede il passo, a ogni apertura d’atto, alla musica elettronica creata appositamente da Goran Vejvoda. Sulla creazione sonora si muovono quattro ragazzi che, come giardinieri, dirigono le azioni dei personaggi. Vestiti in abiti contemporanei creano una dimensione atemporale che si contrappone a quella classica proposta dagli altri in abiti settecenteschi. I costumi sono di Hervé Pierre. Le luci di Jacques Chatelet (1951-2015) assecondano gli umori e le atmosfere di questa escalation amorosa fino al conclusivo “Abbandono”, in cui la donna cede al desiderio e la coppia è avvinta nel bacio più lungo e avvolgente della storia della danza contemporanea. Dirige il maestro David Garforth.

Preljocaj creò il balletto per Laurent Hilaire e Isabelle Guérin. Laurent Hilaire, primo ballerino della storia a essere nominato étoile da Rudolf Nureyev, è oggi qui al Teatro dell’Opera di Roma, come ripetitore del balletto “Le Parc” insieme a Noémie Perlov.

Laurent Hilaire in questo mese di lavoro con i solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, ricorda che: “Questa è la prima volta che rimonto Le Parc fuori dall’Opéra di Parigi, con una compagnia che non ha mai ballato Preljocaj. È molto interessante perché il gruppo è giovane e desideroso di scoprire la tecnica contemporanea, molto esigente, di Preljocaj. È un balletto che fa parte della mia storia e il piacere di trasmetterlo equivale a quello con cui i ragazzi lo accolgono”.

Noémie Perlov sostiene che: “Rimontare ‘Le Parc’ è un’emozione e un punto di riferimento molto importante nella mia vita. Dalla sua creazione lo ho rimontato all’Opéra di Parigi fino al 2013, nel 2000 al Berlin Oper, nel 2007 al Teatro alla Scala, nel 2011 al Mariinskij. Ora qui a Roma. Per me ogni volta significa scoprire nuovi dettagli ed entrare sempre di più in questa straordinaria opera coreografica”. Un altro lavoro di Angelin Preljocaj verrà presentato nell’ambito del Fast Foward Festival, ideato dal Maestro Battistelli, Empty Moves”.

A Roma per questa edizione del balletto, Angelin Preljocaj ha ricordato che dichiarato che: “’Le Parc’ è stata la mia prima creazione all’ Opéra di Parigi. Quando inizio una collaborazione cerco di capire il più possibile la natura del luogo in cui mi trovo e i ballerini con cui lavorerò. Ripercorrendo la cultura francese e pensando alla storia dell’ Opéra è nato ‘Le Parc’. Oggi sono a Roma a presentarlo con una compagnia vivace, desiderosa di ballare cose nuove. Questo slancio è dovuto alla visione di Eleonora Abbagnato che ringrazio per questo invito”.

Dal canto suo, Eleonora Abbagnato sottolinea : “Portare Preljocaj all’ Opera di Roma è per me una grande soddisfazione. Con lui ho avuto un incontro speciale e voglio che lo abbia anche con la mia compagnia. È un momento di crescita al quale tengo molto per i miei ballerini e per la danza contemporanea al Teatro dell’ Opera di Roma” ”



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