Le cooperative sono una rete capace di dettare la linea della nostra economia. Rappresentano più dell’8% del Pil, attaccate spesso da destra, è però stato Matteo Renzi a riformare uno dei settori più importanti: il credito cooperativo. Ora le Bcc dovranno avere come riferimento un’holding se vorranno mantenere la loro natura, ma i critici temono che perdano il loro collegamento col territorio. Certo, gli scandali negli ultimi tempi non sono mancati, ma il sistema tutto sommato è riuscito a purificarsi. Di questo si parlerà anche oggi e domani, nell’annuale assemblea di Confcooperative, la confederazione delle coop bianche. Alla presidenza, a meno di improbabili sorprese dell’ultimo momento, sarà confermato Maurizio Gardini, 56 anni, patron del gigante dell’alimentare Conserve Italia.
LAVORO STABILE
I dati Inps mostrano un totale di 1.257.213 occupati a fine 2013. Inoltre, le cooperative italiane risultano fornire soprattutto posti di lavoro stabili: il 68,1% delle posizioni attivate in corso d’anno 2013 e il 61,4% di quelle attivate dai consorzi erano infatti di tipo dipendente a tempo indeterminato. Le percentuali salgono rispettivamente al 76,8% e al 72,2% se si considerano le posizioni attive nel mese di dicembre 2013. Negli anni della crisi, il numero di posizioni lavorative nelle cooperative alla fine di dicembre di ogni anno è aumentato, tra il 2008 e il 2013, di 80.575 unità, pari al 6,8%. L’andamento delle cooperative è stato migliore in tutti i settori, ed è possibile stimare un contributo complessivo della cooperazione all’occupazione nel corso della crisi superiore a 220.000 posti di lavoro.
ROBUSTO CONTRIBUTO ALL’ERARIO
Dall’analisi della pressione fiscale complessiva sulle diverse forme di impresa, calcolata in rapporto al valore della produzione, emerge che nel 2013 la pressione fiscale è superiore per le cooperative rispetto alle società per azioni (7,7% per le prime contro il 6,8% per le seconde) soprattutto a seguito del maggior peso degli oneri sociali e delle imposte sui redditi da lavoro.
WORKERS BUYOUT
Il fenomeno delle imprese recuperate in forma cooperativa dai lavoratori dagli anni ‘80 in poi conta in Italia 252 casi, di cui gran parte concentrate nel settore manifatturiero (60%). Dopo l’avvio diverse di queste hanno potenziato l’attività e aumentato l’occupazione, motivo per cui lo studio del fenomeno risulta particolarmente interessante.
COOPERATIVE CHE GESTISCONO BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
In totale sono 448 le organizzazioni che in Italia hanno in gestione beni confiscati, per un valore dei beni immobili stimato in 362 milioni di euro. Di queste organizzazioni, 123 sono cooperative sociali e hanno registrato nel 2013 un valore della produzione complessivo (incluse anche altre attività) superiore ai 130 milioni di euro e più di 4.200 occupati totali. Questo ambito cooperativo è interessante soprattutto per il suo ruolo di contrasto alla criminalità attraverso la creazione sia di ricchezza e di occupazione in territori ad elevata presenza criminale, che di capitale sociale.