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Calenda valorizzi il lavoro fatto da Cozzoli al Mise

Vito Cozzoli
Vito Cozzoli

“Una guida autorevole e competente per una ripartenza decisa”. Cosi’, nel suo saluto a tutto il personale del ministero dello Sviluppo Economico, il Capo di Gabinetto Vito Cozzoli -che domani lascerà’ l’incarico- a proposito del neo ministro Carlo Calenda, al quale, scrive “sono legato da un rapporto di profonda stima”. Il ministro, scrive Cozzoli “saprà’ trasmettere nuova energia e linfa ad una Amministrazione chiamata a supportare i processi di innovazione e modernizzazione del comparto produttivo del Paese”.”Desidero ringraziarVi per la Vostra competenza, professionalita’, entusiasmo ed impegno, che hanno caratterizzato la nostra opera in questi due anni di lavoro insieme”, prosegue poi la lettera. “Si e’ trattato di un’esperienza bellissima ed entusiasmante, ma sicuramente gravosa per la complessità dei dossier gestiti dal nostro Ministero, la cui attivita’ non e’ stata scalfita dalle vicende giudiziarie di queste settimane, che anzi hanno testimoniato la linearità e il rigore del nostro operato”.

Una lettera bella e sentita quella di Cozzoli che lascia all’era Calenda un Gabinetto performante che ha ottenuto risultati interessanti in questi due anni e di cui ne ho scritto ampiamente anche su Formiche.
Ed è interessante la figura di Cozzoli che dall’essere uno dei principali candidati al ruolo di Segretario Generale della Camera dei Deputati o di altre istituzioni ha scelto due anni fa di lavorare al rilancio dell’economia reale in un ministero così strategico come il Mise.

Quando, due anni fa, Cozzoli è arrivato alla guida del Gabinetto, funzionari e dirigenti del MISE, sono stati coinvolti in una rivoluzione promossa anche attraverso uno degli staff più diversificati e competenti, per esperienze internazionali e specializzazione, oltre che per età, in media largamente under 40.

Se ne è accorto il vertice politico, ma soprattutto se ne sono accorte le aziende, da tempo non più abituate ad un confronto così dinamico ed innovativo.

Il risultato è una macchina amministrativa che costa meno (30% in meno di dirigenti e più di 3 milioni di euro di risparmi rispetto a due anni fa) ma che, soprattutto, ha ricominciato a fare politica industriale, mettendo in pista, in meno di 48 mesi, una serie di provvedimenti assai rilevanti per la crescita del sistema produttivo italiano.

I provvedimenti che il Gabinetto ha portato a casa grazie al forte spirito di collaborazione con le Direzioni del MISE riguardano anzitutto il sostegno alla competitività delle imprese: dalla Nuova Sabatini, attraverso la quale è stato possibile finanziarie con più di 2,5 miliardi ben 9500 domande di investimento da parte di PMI; al Fondo Centrale di Garanzia, che ha visto crescere di quasi 30 miliardi di euro i finanziamenti garantiti, dal giorno di insediamento del Governo; passando per i Contratti di Sviluppo, fermi da quattro anni, per i quali la tecnostruttura del MISE ha non solo migliorato le regole, ma ha già consentito l’appostazione di 550 milioni di euro tra risorse del PON e risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (l’investimento di Lamborghini in Italia o l’avvio della re-industrializzazione di Termini Imerese sono solo degli interventi resi possibili da questa misura).

Sul fronte dell’innovazione l’impegno di questo biennio è stato almeno pari. Da questo impegno è scaturita la prima misura di sostegno alla Ricerca & Sviluppo di grandi dimensioni in questo Paese (i bandi Agenda Digitale ed Industria Sostenibile, che stanno consentendo l’avvio di programmi di investimento da 5 a 40 milioni di euro, attraverso 400 milioni di risorse MISE, che presto aumenteranno grazie all’integrazione con le misure del PON); ma ne è nato anche un rapporto completamente nuovo con le Regioni, con quegli Accordi di Programma che hanno già consentito ad Electrolux ed a General Electric di promuovere investimenti importanti sotto il profilo economico ed occupazionale; per non parlare dell’introduzione di misure come il credito d’imposta su ricerca e sviluppo e del patent box, misura quest’ultima che porta l’Italia tra i Paesi più avanzati in tema di valorizzazione della proprietà intellettuale.

Sempre all’incessante lavoro del Ministero, si deve il rafforzamento dell’ecosistema a favore dell’investimento nel capitale di rischio delle imprese, che ha visto divenire Smart & Start uno strumento nazionale – grazie ad un nuovo meccanismo introdotto nel 2014 e 250 milioni di euro di risorse messe a disposizione – e la creazione del primo Venture Capital Fund pubblico che opera pari passu con il privato, con 50 milioni di euro del MISE che stanno già “attraendo” 50 milioni di dal privato e hanno consentito la sottoscrizione di importanti operazioni di scale-up attraverso Invitalia Ventures (CISCO è uno degli investitori del Fondo).
Sull’handbook che vi segnalavo nel mio precedente articolo e a questo link compaiono tutti i dettagli http://www.mise.gov.it/index.php/it/per-i-media/pubblicazioni/2034271-handbook-agevolazioni-per-le-imprese

La rassegna potrebbe continuare a lungo, con provvedimenti a favore della riduzione dei costi energetici; per il rafforzamento della capacità di internazionalizzazione delle aziende e per l’attrazione degli investimenti. Non occorre poi dilungarsi oltre sull’attività per la Banda Ultralarga.

I ben informati, poi, asseriscono che il meglio, chi verrà, se lo deve ancora trovare.
Dai pochi documenti trapelati, appare che il Gabinetto ha pronti alla firma almeno diversi dossier in grado di dare ulteriore slancio al sistema produttivo. Si va dai temi strettamente legati alla politica industriale – sono pronti due piani, uno su Industria 4.0 e uno sugli investimenti in Smart Grid e Sistemi di Servizi Digitali per Smart City; ad un pacchetto dedicato al miglioramento della competitività e alla diversificazione in ambito energetico; ad una serie di iniziative connesse al Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici; passando per misure dedicate alle Telecomunicazione e al rafforzamento dell’attività di internazionalizzazione e di attrazione degli investimenti; senza dimenticare gli interventi sull’agroalimentare, la risoluzione delle crisi industriali ed il rilancio di complessi come quello dell’ILVA, che avverrà entro il prossimo giugno.

I risultati ottenuti da Cozzoli sono anche il frutto di quella squadra di collaboratori che ha lavorato con lui nei due anni e della macchina amministrativa di un Ministero che, lungi dall’essere vetusto ed inutile, ha iniziato a riportare, insieme e d’intesa con le imprese, Confindustria e la parte lungimirante dei sindacati, la politica industriale al centro del dibattito politico del Paese.

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