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I flirt spaziali tra Cina e Stati Uniti

cinesi, cina

Oggi si svolgerà a Washington D.C. l’ottava Consultazione tra Stati Uniti e Cina per la sicurezza strategica e il controllo multilaterale sulle armi. Secondo fonti della China Central Television, Lu Kang, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha affermato: “Le due parti si scambieranno punti di vista su questioni di comune interesse, tra cui l’attuale situazione della sicurezza globale, la cooperazione tra Stati Uniti e Cina per la sicurezza, la governance globale per il nucleare, la sicurezza degli assetti spaziali e la difesa missilistica”. A co-presiedere l’incontro saranno Li Baodong, vice ministro cinese agli Affari esteri, e Rose Gottemoeller, sottosegretario di Stato statunitense.  

Qualla tra Cina e Stati Uniti sta diventando una relazione speciale da tenere sotto osservazione, secondo gli analisti. Dopo gli accordi per contrastare il cambiamento climatico dell’anno scorso – e proseguiti con la Cop21 e il post-Cop21 – ora i due Paesi discutono anche di sicurezza degli assetti spaziali. E’ notizia recente il fatto che le due sponde del Pacifico abbiano già avuto un incontro in cui per la prima volta si è discusso del tema. A condurre le delegazioni Wan Qun, direttore generale del dipartimento per il Controllo delle armi presso il ministero degli Affari esteri cinese e Frank Rose dell’ufficio Controlli dper le armi del Dipartimento di Stato Usa. In una nota della Reuters si legge che la delegazione cinese ha definito l’incontro “pragmatico, approfondito e fruttuoso”.

La Cina sta facendo passi rilevanti nel settore spaziale e i suoi alti livelli di sviluppo ne determineranno un peso sempre maggiore in una corsa allo spazio che negli ultimi anni sta vivendo interessanti fasi di crescita, sia sotto il profilo industriale sia sotto quello della ricerca.

Attualmente il Paese di Xi è impegnato nella costruzione di nuove famiglie dei lanciatori Lunga Marcia e del nuovo spaceport Wenchang Satellite Launch Centre, che si aggiungerà ai tre già operativi. Per quanto riguarda la produzione di satelliti, attualmente è destinata a rispondere soprattutto alla domanda interna di sviluppo, essendo l’export ostacolato da politiche commerciali che tengono sotto stretto controllo il mercato in questione. In primis la normativa Itar degli Stati Uniti. Tuttavia, come segnalato nel recente report dell’Espi (“The European launchers between commerce and geopolitics”), l’offerta di pacchetti completi da parte della Cina – produzione, lancio e supporto da terra – sta aprendo nuovi scenari commerciali di sicuro interesse.

Ad aprile il presidente Xi Jinping, in occasione dell’annuncio del lancio del modulo centrale della stazione spaziale cinese – previsto per il 2018, con completamento della stazione entro il 2022 – aveva affermato che lo spazio costituisce una delle top priority del Paese e che l’obiettivo è quello di inserire la Cina tra maggiori potenze spaziali al mondo. Il fatto che la Stazione spaziale internazionale sia presto destinata alla dismissione (prevista inizialmente per il 2016 e rinviata al 2024), fa ben comprendere come la Cina si stia muovendo in modo strategico nel settore.

Aprire scenari di collaborazione politico-strategica rappresenta il piano di evoluzione preferibile per Paesi che vogliano trarre i maggiori benefici dallo sfruttamento delle risorse spaziali, sia in termini di potenziamento del settore delle telecomunicazioni, sia per l’osservazione della Terra e l’esplorazione scientifica di nuove realtà.

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