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Donne: la rivoluzione silenziosa che cambierà il mondo

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È veramente difficile prevedere gli orizzonti che verranno. Ricordate “2001 Odissea nello spazio”? Il film di Stanley Kubrick, straordinario in termini di capacità predittive sul futuro prossimo venturo in cui le donne, però, erano tutte segretarie, centraliniste, impiegate. Perché? Perché all’inizio del 1968, anno di uscita del film, quasi nessuno poteva prevedere la rivoluzione femminista che avrebbe cambiato tutto. Compreso il futuro.

Una rivoluzione sociale e tecnologica che ha sconvolto il mondo. Non soltanto i contraccettivi orali hanno reso possibile che le donne programmassero la maternità, ma altre tecnologie di primo livello (l’igiene, la medicina, l’elettricità) hanno progressivamente ridotto il carico di lavoro domestico della donna, esteso la durata della loro vita, spostato le basi dell’economia dai muscoli al cervello, emancipando collettivamente quell’universo femminile che ora guida lo sviluppo.

Oggi ci sono molte più donne con potere, denaro e lavoro retribuito che in passato e queste tendenze hanno avuto un’accelerazione costante negli ultimi vent’anni. Il numero delle donne che occupano seggi in Parlamento oggi è sueriore del 50% a quello di 10 anni fa. I capi di Stato donna sono in aumento, così come il numero delle donne che occupano alte cariche di Governo o posti di responsabilità nelle università e nelle aziende. In molti Paesi, il numero delle universitarie supera di gran lunga quello dei colleghi maschi.

Ma non basta. Il progresso più significativo non è quello che si è verificato ai livelli più elevati. La vera trasformazione radicale è stata determinata dalle decine di milioni di donne che, a livello globale, hanno trovato lavoro nel corso degli ultimi decenni. L’aumento delle donne con un lavoro retribuito ha contribuito alla crescita dell’economia mondiale più ancora dello sviluppo straordinario della Cina o dell’introduzione delle nuove tecnologie. Dal 1970 a oggi, due posti di lavoro ogni tre creati nel mondo sono stati occupati da donne. Le donne hanno sempre lavorato tanto ma, in questo momento, per la prima volta nella storia una quantità senza precedenti riceve una retribuzione per farlo.

Una mutazione straordinaria ma non ancora definitiva. Le statistiche positive mettono in luce una realtà comunque inammissibile. Le ingiustizie e le discriminazioni verso le donne continuano a essere la norma. Le percentuali dei passi in avanti sono molto elevate perché si confrontano con numeri iniziali molto bassi. Come dire: è bello vincere facile. Insomma, nonostante i progressi, è tuttora enorme la sperequazione con gli uomini in termini di salari, opportunità, accesso all’istruzione, alla salute e, nei Paesi più poveri, al cibo. Ma, la situazione sta cambiando. Lentamente, certo, ma si sta evolvendo.

Ecco perché la crescente femminilizzazione del lavoro e della società rappresenta uno dei maggiori cambiamenti attesi per il futuro. Un numero sempre maggiore di donne vanta un’istruzione di grado superiore e carriere sempre più importanti a livello globale. Anche perché sappiamo che le risorse vincenti nel prossimo futuro saranno quelle in grado di relazionarsi a più snodi di sistema dissipando la minor energia possibile in termini di costi, tempo e fatica.

È la seconda legge della termodinamica, quella che regola i sistemi entropici. È più facile rompere un bicchiere di vetro che ricostruirlo. In altre parole: l’universo va naturalmente verso il caos e, se vogliamo rimettere ordine, dobbiamo consumare energia. Meno ne consumiamo più siamo efficienti. E vincenti. E chi fa “da sempre” tutto questo, se non le donne che da sempre gestiscono una pluralità di sistemi complessi (casa, famiglia, lavoro, tempo libero, sport)?

Molti rapporti sulle carriere delle donne indicano che, pur esistendo ancora un “gender gap”le donne sono più preparate a livello di titolo di studio, si laureano prima, sono più innovative e, soprattutto, sono portatrici di un mix di competenze non solo tecniche ma anche relazionali che offrono vantaggi competitivi importanti nell’economia delle reti.

Ma c’è di più. In futuro, questa dinamica trasformerà uno degli ambiti in cui l’approccio di uomini e donne risulta più diverso: quello dell’assunzione dei rischi. In sistemi incerti come l’attuale, ci sarà una massiccia compressione dei rischi in ambiti strategici come la medicina, la finanza e il traffico (dove i processi di risk management sono fondamentali) a seguito della sempre più frequente scalata delle gerarchie societarie da parte delle donne. Perché le donne, come dimostrano i dati, gestiscono i rischi meglio degli uomini. Molto meglio.

Lo dimostrano le ricerche annuali di Catalyst, una delle più importanti società internazionali di consulenza, sulle aziende presenti nell’indice di Fortune (le prime 500 a livello globale). Tali studi indicano come la maggior presenza delle donne nei CdA determini una maggiore capacità di produrre ROE (return on equity = redditività) a parità o con diminuzione dei rischi assunti.

In sintesi, le capacità e le sensibilità femminili saranno sempre più attrattive in un mondo in cui  preziose sono le connessioni, l’interdisciplinarietà, la trasmissione di conoscenze. Insomma in un mondo in cui è vitale una logica inclusiva, aperta al contesto. Una struttura del potere femminile diversa da quella degli uomini. Straordinariamente innovativa perché molto più reticolare che gerarchica. È per questo che, al di là del “tetto di cristallo” e delle differenze retributive ancora esistenti, è in atto una straordinaria “rivoluzione silenziosa”. Una rivoluzione, quella del nuovo potere delle donne, che ci porterà diritti nel futuro.

Anche se uno dei grandi problemi sarà far metabolizzare agli uomini questa innovazione: perché, come diceva Keynes, la cosa più difficile del mondo non è accettare le idee nuove, ma dimenticare quelle vecchie.

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