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A Hillary e Donald mancano un centinaio di delegati

Uno dopo l’altro, i sondaggi nazionali indicano che Donald Trump, sulla cresta dell’onda, è vicino, se non davanti, a Hillary Clinton nelle intenzioni di voto degli americani, nell’ipotesi – ormai quasi certa – di scontro fra i due all’Election Day l’8 novembre: un rilevamento Reuters/Ipsos attribuisce all’ex first lady il 41% delle preferenze e al magnate dell’immobiliare il 40%, con un 19% d’indecisi (la scorsa settimana, Hillary era in vantaggio di ben 13 punti). L’oscillazione dei dati desta perplessità sull’attendibilità dei risultati.

La conta dei delegati dice, intanto, che Trump e la Clinton sono vicinissimi alla garanzia aritmetica delle loro rispettive nomination: in assoluto, al magnate mancano 102 delegati, all’ex first lady 144; in percentuale, il repubblicano sfiora il 92% del proprio percorso, la democratica è quasi al 96% – per i democratici, i delegati sono quasi il doppio dei repubblicani -.

Trump, rimasto ormai solo in corsa, e la Clinton, contrastata solo da Bernie Sanders, che sa di non avere chances, ma che resta in lizza per incidere sulla linea del partito alla convention, sono ormai certi di farcela. L’ex first lady non ha nemmeno bisogno di vincere, le bastano le quote di delegati che corrispondono alla sua fetta di voti popolari. E lo showman ha ormai stabilmente più delegati della somma dei suoi (ex) rivali: la prospettiva di arrivare alla convention repubblicana senza che nessuno abbia già vinto (‘convention aperta’, o ‘brokered convention’) è ormai svanita.

La differenza fra i due partiti è nel meccanismo dei super-delegati che avvantaggia l’ex first lady: sono figure di spicco del partito democratico che possono scegliere chi appoggiare.

Queste le posizioni – fonte, il sito uspresidentialelectionnews.com –, prima degli appuntamenti il 17 maggio nel Kentucky – solo i democratici – e nell’Oregon e il 24 maggio nello Stato di Washington – solo i repubblicani –.

Democratici: delegati alla convention 4.765, delegati già assegnati 3.149, super-delegati già pronunciatisi 562, delegati da assegnare 1.054, maggioranza necessaria 2.383.

Hillary Clinton s’è finora assicurata 1.716 delegati popolari e 523 super-delegati ed è a 2.239; Bernie Sanders ha conquistato 1.433 delegati popolari, ma ha solo 39 super-delegati ed è a 1.472.

Hillary ha vinto in 23 Stati: in ordine alfabetico Alabama, Arizona, Arkansas, Connecticut, Delaware, Florida, Georgia, Illinois, Iowa, Louisiana, Maryland, Massachusetts, Mississippi, Missouri, Nevada, New York, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, South Carolina, Tennessee, Texas, Virginia, oltre che nei territori delle Isole Samoa e delle Marianne.

Sanders ha vinto in 19 Stati: Alaska, Colorado, Hawaii, Idaho, Indiana, Kansas, Maine, Michigan, Minnesota, Nebraska, New Hampshire, Oklahoma, Rhode Island, Utah, Vermont, Washington, West Virginia, Wisconsin, Wyoming.

Repubblicani: delegati alla convention 2.472, già assegnati 2.042, da assegnare 430, maggioranza necessaria 1.237.

Donald Trump ne ha 1135, Ted Cruz 565, Marco Rubio 168, John Kasich 153; 9 non sono vincolati. Ben Carson ne ha ancora 8, Jeb Bush 4 – la somma dei rivali del magnate dell’immobiliare è 907 –.

Trump ha vinto in 29 Stati: Alabama, Arizona, Arkansas, Connecticut, Delaware, Florida, Georgia, Hawaii, Illinois, Indiana, Kentucky, Louisiana, Maryland, Massachusetts, Michigan, Mississippi, Missouri, Nebraska, Nevada, New Hampshire, New York, North Carolina, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, Tennessee, Virginia, Vermont, West Virginia, oltre che alle Marianne.

Cruz ha vinto in 9 Stati: Alaska, Idaho, Iowa, Kansas, Maine, Oklahoma, Texas, Utah, Wyoming, oltre che a Guam, e gli sono stati assegnati i delegati del Colorado. Rubio ha vinto in Minnesota e nel Distretto di Columbia e a Portorico. Kasich ha vinto in Ohio.



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