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Deutsche Bank, Hsbc, Ubs. Chi avrà ancora bisogno di capitali

Mediobanca Securities immagina il futuro del sistema bancario europeo sulla base delle prossime richieste regolamentari. E non è un futuro roseo, soprattutto per gli istituti di credito dell’Europa core. Lo studio della banca d’affari contenuto in un report di inizio aprile firmato da Andrea Filtri e Antonio Guglielmi si basa su un assunto fondamentale: che il regolatore europeo, per eliminare discrepanze sui criteri di ponderazione per il rischio degli asset in pancia alle banche dei diversi Paesi, e restituire fiducia e credibilità al sistema, armonizzerà le regole di ponderazione per il rischio, cosiddette Rwa, con un costo importante. In media del 42% per il sistema, pari a 4 punti percentuali di Cet1 e a un deficit di capitale di 348 miliardi di euro o 148 nel caso di scenario più “morbido”.

ITALIANE SALVE
Ma vediamo nel dettaglio cosa accade alle singole banche. Innanzitutto le italiane: il colpo sul Cet1 è dello 0,2% per Bpm, dello 0,5% su Creval, dello 0,8% su Banco Popolare. Scorrendo la classifica si arriva al -1,1% di Mps e Unicredit e al -1,8% di Ubi. La più penalizzata è intesa che vede il suo indice patrimoniale perdere il 2,2%. Ma nessuna delle italiane scende sotto al soglia del 10% e dunque nessuna ha bisogno di ricapitalizzare. Anche le spagnole se la passano bene: Bankia (-0,7%), Bbva e Ebs (entrambe -1,3%), Sabadell (-1,6%) nonostante la batosta restano sopra la soglia di galleggiamento. Solo Santander che subisce un taglio del 2,5% del core Tier finisce in deficit di capitale, per 8 miliardi di euro.

HSBC, DB, BNP: CHI PERDE CON GLI RWA ARMONIZZATI
Ma a dover trattenete il respiro sono soprattutto nordiche e britanniche. Hsbc, la più penalizzata in assoluto, dovrà trovare 27 miliardi di nuovo patrimonio, seguita da barclays che ha bisogno di 22 miliardi, come la francese Bnp; dieci invece i miliardi per i Lloyd’s. Tra chi dovrà tornare sul mercato c’è la Deutsche Bank (26 miliardi) e le svizzere: Credit Suisse (8 miliardi) e Ubs (5 miliardi).

PERIFERIA BATTE CORE
Perché per una volta non è la periferia a subire il contraccolpo delle decisioni europee? Perché sostanzialmente l’Ssm, il Single Supervisory Mechanism in vigore dal 4 novembre 2014 si è occupato di una questione prettamente periferica: quella del rafforzamento del patrimonio, esercitato con ricette sempre più rigide: “l’Aqr – ricordano gli analisti di Mediobanca Securities – condotto tra novembre 2013 e ottobre 2014 da Bce e organismi di vigilanza nazionali e che ha comportanti la revisione dell’82% degli asset bancari e la riclassificazione degli Npl. Gli Stress test condotti dalla Bce per testare la solidità delle banche in condizioni di stress finanziario e il Supervisory Review and Evaluation Process (SREP), condotto già due volte dalla Bce, nel 2014 e nel 2015 con il risultato di aver determinato l’adeguato livello di capitale nel pillar 2 in ciascuna banca”. Lungo il percorso, l’Ssm ha dovuto affrontare questioni come il trattamento delle fiscalità differirà nel capitale, “anche questa una questione tutta meridionale visto l’ammontare di forti perdite generate dalle banche in questi Paesi durante la crisi che hanno comportanti estensioni delle garanzie pubbliche da un lato e la deducibilità totale delle tasse sulle perdite per dodici mesi in Italia e con l’introduzione di una tassa in Spagna”.

DAL RISCHIO CREDITO ALLA PONDERAZIONE
Il rischio di credito rappresenta l’80% dei rischi totali nelle banche europee ed è logico “che la Bce abbia affrontato questo rischio considerandolo anche più urgente e anche più maneggevole. Questo ha implicato che le banche del Sud Europa fossero sotto osservazione e più tartassate da requisiti di capitale”. Ora però la ruota della fortuna è girata e tocca al Nord europa rendere il conto della saluta del suo sistema bancario. E le voci già si levano. “Le banche Nordiche, forti del bassa ponderazione per il rischio che hanno oggi chiedono che si introducano tetti agli Rwa. Svizzeri e Britannici fanno dichiarazioni dovish e il Regno Unito ha confermato che recupererà il Cet1 perso attingendo al Pillar2: la Bce per ora non ha opposto resistenza”. resta da capire come si evolverà, nel dettaglio, la situazione.


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