Donald Trump ha incassato l’endorsement, quasi scontato, della National Rifle Association, la Nra, la lobby delle armi, mentre i sondaggi confermano che la sua presa sull’elettorato, complice anche l’enorme eco mediatica di ogni sua sortita, sta aumentando.
I risultati dei sondaggi sul testa a testa presidenziale tra Trump e la Clinton sono ancora oscillanti, da rilevamento a rilevamento. Secondo l’ultimo poll Nyt/Cbs, se si votasse Hillary batterebbe Donald di sei punti (47 per cento a 41 per cento), con un vantaggio ridottosi rispetto allo scorso mese, quando l’ex first lady era avanti di 10 punti.
Dal sondaggio emerge che la grande maggioranza degli elettori repubblicani s’aspetta che i leader del partito si uniscano dietro il candidato in vista della convention di luglio. E, a Louisville, la Nra riceve Trump da presidente: “Diamo il benvenuto al prossimo presidente degli Stati Uniti”, lo saluta del leader dell’associazione, Wayne LaPierre, tra un’accoglienza da stadio.
La Pierre conferma l’endorsement della Nra a Trump e sferra un durissimo attacco alla Clinton, rea – secondo lui – di voler abolire il secondo emendamento della Costituzione americana, quello che prevede la libertà di possedere armi. “E’ fantastico, non me lo aspettavo”, risponde il magnate, intervenendo all’annuale raduno dei detentori di armi. “Sono un membro da lungo tempo, così come i miei figli, molto più bravi di me a sparare”, aggiunge. E promette: “Non vi deluderò: ci sbarazzeremo delle ‘gun free zone'”, le aree e gli spazi pubblici dove in America è vietato portare armi da fuoco.
La Clinton è invece “il candidato più contrario alle armi e al secondo emendamento che ci sia mai stato”, attacca Trump. “Se lei potrà nominare giudici, lo farà per abolire il secondo emendamento”. E il magnate invita la rivale democratica a dare una lista di potenziali giudici della Corte Suprema, come ha già fatto lui.
Lo showman prosegue: “Osservo quello che succede, vedo aeroplani fatti saltare in aria: con più armi non dovremmo avere così tanta paura […] Parigi è probabilmente il posto del mondo in cui è più difficile possedere armi”, osserva riferendosi agli attacchi terroristici dello scorso novembre. “Se ci fossero state più armi, non sarebbero state uccise 130 persone […] Credetemi, la carneficina non sarebbe stata la stessa”.
Trump consiglia pure a Bernie Sanders, il rivale della Clinton, di “correre da indipendente”, perché “Hillary non è attrezzata” per fare il presidente – “E non lo dico solo io”, anche se, in realtà, moltissimi, a partire dal presidente Obama, lo dicono di lui -. Sanders “sta andando così bene, sta vincendo sempre, ma continua a perdere” in termini di delegati. Se corresse da indipendente, insiste il magnate, sarebbe fantastico, una corsa a tre di cui lui sarebbe a quel punto sicuro vincitore.
Certo è che Trump non si cura della veridicità delle sue affermazioni. In un’intervista alla Msnbc, ha detto che il premier britannico David Cameron gli ha chiesto di fargli visita e che lui potrebbe accettare: un apparente segno di allentamento delle tensioni esistenti tra i due, dopo che Cameron l’ha attaccato per la proposta di bandire i musulmani dagli Usa e per il sostegno alla Brexit. Quasi subito, è giunta da Londra la smentita: Cameron non ha affatto invitato Trump.