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Metroweb, ecco la mossa a sorpresa di Cattaneo e Recchi su Telecom Sparkle

Di Michele Arnese e Valeria Covato
Flavio Cattaneo

La nuova proprietà e i nuovi vertici di Telecom Italia cercano la quadratura del cerchio: evitare che Enel con l’ok del governo possa mettere lo zampino nella banda larga, acquisire la società Metroweb per avere di fatto un ruolo pervasivo nella fibra ottica e azzoppare così la concorrenza, esaudire le aspettative del governo di “blindare” da incursioni estere la strategica Telecom Italia Sparkle, controllata del gruppo presieduto da Giuseppe Recchi e guidato dall’ad, Flavio Cattaneo.

Avrebbe queste mire, secondo la ricostruzione di Formiche.net, l’idea del gruppo Telecom di uno scambio Sparkle-Metroweb con la Cassa depositi e prestiti, che controlla Metroweb direttamente e indirettamente (tramite F2i) con la vendita a Cdp dell’intero pacchetto azionario di Sparkle. Una mossa a sorpresa che segna anche una inedita inversione di marcia da parte dell’ex monopolista, visto che solo pochi giorni fa la società capeggiata da Cattaneo aveva detto no a questa stessa ipotesi caldeggiata dalla Cassa depositi e prestiti (qui l’articolo di Formiche.net). Ma andiamo con ordine.

LA NOTIZIA

Il gruppo Telecom, come rivelato da Radiocor Plus, avrebbe manifestato al presidente di Cdp, Claudio Costamagna, la disponibilità a mettere sul piatto nella trattativa su Metroweb anche Sparkle sulla base di valutazioni analoghe a quelle a cui tratta oggi Level3, leader di mercato nei collegamenti internazionali, ovvero circa 11/12 volte l’Ebidta. “Applicando le valutazioni di Level3, Sparkle, che nel 2015 ha registrato un Ebitda di circa 195 milioni – scrive Radiocor – sarebbe valorizzata 2,1/2,3 miliardi di euro: per conquistare il 100% di un asset definito più volte strategico, Cdp e F2I potrebbero quindi conferire tutta Metroweb ed effettuare un conguaglio di circa 1,3/1,4 miliardi, investimento sicuramente alla portata dei due soggetti”.

IL CONTESTO

La notizia si inserisce nella contesa in corso sulla banda ultra larga. Ovvero su come accelerare nel piano per la fibra ottica. Al centro delle attenzioni c’è Metroweb, la società milanese controllata da F2i (53,8%) e da Fsi (46,2%), che ha un piano di investimenti in altre grandi città per puntare ad essere una sorta di campione nazionale nella banda larga. In campo sulla fibra ottica – con il plauso del governo Renzi – è scesa anche l’Enel, che innesterebbe il piano di sostituzione dei contatori elettrici con la realizzazione della fibra ottica. Allo scopo il gruppo energetico guidato dall’ad, Francesco Starace, ha costituito una società ad hoc – Enel Open Fiber – affidata alle cure di un esperto del ramo, Tommaso Pompei, già ai vertici di Wind. Enel ha inviato una offerta ai soci di Metroweb per rilevare in toto la società milanese, valutando la società della fibra circa 806 milioni, 8 in meno di quanti ne ha messi sul piatto Tim nella sua offerta depositata il 9 maggio. Un’operazione che, secondo le indiscrezioni raccolte giorni fa da Formiche.net, è vista di buon grado rispetto alle mire di Telecom Italia sempre su Metroweb, anche sulla scorta di perplessità istituzionali giunte tempo fa dall’Antitrust sull’interesse di Telecom Italia per la società milanese.

L’ULTIMA MOSSA

Se la mossa di Telecom con Sparkle fosse confermata, sarebbe la dimostrazione che il forcing del governo per mettere al riparo la controllata considerata strategica Sparkle da mani straniere sarebbe andato in porto. Indiscrezioni politiche parlano di una richiesta informale arrivata da Palazzo Chigi in questa direzione al nuovo azionista forte di Telecom, il finanziere e industriale Vincent Bolloré di Vivendi. Ma se la mossa andasse in porto, si riproporrebbe la questione Antitrust su Telecom/Metroweb.

LA QUESTIONE DEL PREZZO

C’è poi una questione prezzo che agita in queste ore i piccoli azionisti del gruppo presieduto da Recchi. A farsi portavoce di queste perplessità è l’associazione Asati che rappresenta appunti i piccoli soci della società, critica verso questo scambio Metroweb/Sparkle. Nel difendere ruolo, conti e rilevanza di Sparkle, Asati contesta lo scambio: “Barattare una società con meno di 100 persone dipendenti, con una grande e importante impresa è folle”. L’associazione invita poi la società “a smentire senza indugio la notizia, (con un comunicato ufficiale) che ha conseguenze pesanti all’interno e potrebbe avere anche nei confronti dei mercati finanziari”. L’associazione presieduta da Franco Lombardi infine fa due conti e dice: “Tenendo conto che oggi oltre a Milano la rete di Metroweb ha raggiunto Torino, Bologna e Genova, il valore massimo della Società non é superiore a 600 milioni, utilizzando un moltiplicatore di 12 (level 3), porterebbe ad una valutazione di Sparkle a circa 2.5 miliardi di euro”.

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