Basterà a Telecom Italia aver giocato la carta Sparkle per convincere Claudio Costamagna (Cdp) e Renato Ravanelli (F2i), a preferire l’incumbent telefonico alla società elettrica guidata da Francesco Starace come acquirente di Metroweb? E quanto conterà il parere del governo, visto che è stato proprio il premier Matteo Renzi a benedire la discesa in campo di Enel per accelerare lo sviluppo della rete in fibra ottica? Sullo sfondo c’è anche l’auspicio, noto ma non dichiarato, del governo di preservare l’italianità di Telecom Italia Sparkle, la controllata del gruppo presieduto da Giuseppe Recchi e guidato dall’ad, Flavio Cattaneo. Per questo i vertici di TIM si sono dichiarati disposti a cedere a Cdp anche il 100% della strategica Sparkle. Ma c’è il nodo-prezzo da risolvere. Ecco tutte le ultime novità.
LE PROPOSTE
Nelle ultime due settimane sia Enel che Tim hanno avanzato la loro proposta ai due azionisti di Metroweb Italia, F2i (53,8%), la società dei Fondi italiani per le infrastrutture guidata Ravanelli, e Fsi (46,2%), una holding di partecipazioni il cui azionista principale è la Cassa Depositi e Prestiti. Da una di queste due offerte dipenderà il destino della società per le tlc, e probabilmente quello del nostro paese. Ecco le due offerte a confronto sul tavolo di Metroweb che a breve dovrà decidere a quale delle due dare l’esclusiva per la trattativa.
I NUMERI
Secondo quanto riferito da fonti finanziarie Enel ha valutato la società della fibra circa 806 milioni, 8 in meno di quanti ne ha messi sul piatto Tim nella sua offerta depositata il 9 maggio. L’offerta formalizzata da Telecom in quella data ipotizzava una forchetta di valore tra 703 e 814 milioni, a cui corrisponde il valore del capitale della società, esclusa la quota di minoranza detenuta da Fastweb in Metroweb Milano, di 650-750 milioni.
Telecom ha deciso di offrire la cifra più alta prevista da questa forbice, totalmente cash, o secondo quanto appreso da Radiocor Plus, tramite azioni di una controllata Telecom, Sparkle in primis, la società dei cavi internazionali sottomarini. Ma c’è chi avanza altre ipotesi: “Potrebbe entrare in gioco anche Inwit che interessava a F2i in associazione con Cellnex”, si legge sul Sole 24 Ore. L’offerta per Metroweb di Telecom Italia è scaduta il 20 maggio, termine non così perentorio evidentemente, visto che il primo consiglio della Cdp è fissato per il 25 maggio e F2i non ha ancora reso pubblica la data per il suo.
LA GOVERNANCE
Telecom punta da sempre al 100% di Metroweb. L’unica possibilità lasciata a Cdp e F2i, azioniste rispettivamente con il 46,2% e il 53,8%, è quella di scegliere se vendere subito tutto il 100% o inizialmente solo il 67%, per poi salire nel giro di due/tre anni.
Starace e Tommaso Pompei, al timone di Enel Open Fiber, che hanno valutato meno l’azienda che ha cablato Milano, sono disposti invece a condividerne lo sviluppo con gli attuali azionisti. La proposta di Enel dipenderà in parte dai desideri di F2i, che dovrà verificare le varie opzioni con i fondi sottoscrittori. “In particolare – si legge su MF/Milano Finanza – l’operazione proposta prevede la fusione tra Enel Open Fiber e Metroweb, la creazione di un veicolo di controllo paritetico (joint venture) tra la Cassa depositi e prestiti (46,2%) ed Enel , la possibile permanenza di F2i che potrà decidere se monetizzare l’investimento oppure se rimanere nel capitale (con quota del 30-40%) della nuova società fusa tra Metroweb ed Enel Open Fiber con un capitale tra il 30-40%”.
Enel, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe proporre al fondo F2i anche la possibilità di pagare con una quota azionaria di Open Fiber.
DOSSIER SPARKLE
A seguito dell’offerta presentata da Enel Telecom – secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Radiocor Plus -, avrebbe sottoposto a Cdp e F2i una nuova proposta che prevede il 100% di Sparkle in cambio di Metroweb più una differenza di 1,3 miliardi. Secondo le valutazioni di Level3, Sparkle, che nel 2015 ha registrato un Ebitda di circa 195 milioni, sarebbe valorizzata 2,1/2,3 miliardi di euro. Cdp e F2i. La cessione di Sparkle consentirebbe a Cdp, e quindi allo Stato, di entrare in possesso di un asset importante. Con un fatturato di circa 1,3 miliardi, Sparkle gestisce 500 mila chilometri di cavi in fibra ottica nel mare, collegando le comunicazioni italiane a quelle dei Paesi del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano. Ma il nodo del prezzo deve ancora essere sciolto (troppo alto quello ipotizzato dal gruppo Telecom per Cdp, secondo alcune indiscrezioni), mentre i piccoli azionisti di Telecom, Asati, sbuffano.
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