Matteo Renzi, che non fa mistero di sostenere Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca, spera che il prossimo presidente degli Stati Uniti “sia una femmina”. E l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano giudica le posizioni di Donald Trump una “grave incognita”. Su RaiTre, e poi su RaiNews, dice: “Chi lo sa che cosa farebbe una volta eletto. Ma davvero non voglio considerare questa ipotesi”; e aggiunge: “Naturalmente, siamo spettatori da lontano. Vedo che in qualche modo lo stesso Obama ha voluto farsi portatore di preoccupazioni che non riguardano solo il suo partito, ma vanno molto al di là di una normale competizione tra repubblicani e democratici. Esse nascono dal tipo di posizioni che Trump sta fortemente enfatizzando nella sua campagna, che veramente rappresentano un elemento di grave incognita se dovesse vincere le elezioni presidenziali”.
E pure l’ex premier Silvio Berlusconi boccia il magnate dell’immobiliare che gli è spesso accostato come imprenditore in politica: su RaiDue, si dice “stupito che un Paese, che è la prima democrazia del Mondo, non sia stato in grado di mettere nella corsa alla Casa Bianca dei protagonisti migliori. Trump è un incrocio tra Grillo e Salvini”.
Il leader leghista, non a caso, sta con lo showman: quando Trump ha avuto la sicurezza aritmetica della nomination repubblicana, Matteo Salvini ha gongolato su Facebook: “Ce l’ha fatta, alla faccia dei ‘politicamente corretti anti-razzisti’, dei servi di Wall Street, dei banchieri avvoltoi e dei giornalisti sinistri, go Donald go!”.
Le perplessità e gli interrogativi italiani si riflettono a livello internazionale, se il capo di gabinetto e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e Martin Selmayr, hanno twittato dal G7 in Giappone la scorsa settimana: “#G7 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario orrendo, che dimostra come sia importante combattere il populismo”.
E lo stesso presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha rivelato in quella sede che i leader del G7 sono “irritati” da alcune scelte preannunciate dal candidato repubblicano e dalla sua “ignoranza” di come il Mondo funzioni: “Non sanno se prendere sul serio alcune sue dichiarazioni”, ha detto Obama, aggiungendo che ne sono comunque “irritati […] perché molte delle proposte di Trump dimostrano ignoranza delle cose del Mondo e un atteggiamento sprezzante, al di là del suo interesse a fare notizia ed a finire su twitter”.
Concetti su cui Obama è tornato in un’intervista a BuzzFeedNews: “E’ meglio per il nostro Paese quando il candidato democratico e quello repubblicano sono entrambi qualificati”, sottolineando come i repubblicani guardino a un candidato che “molti di loro non ritengono pronto a fare il presidente”.
E di fronte a una platea di 12 mila laureati della Rutgers University in New Jersey, Obama presenta una visione del mondo antitetica a quella di Trump, senza mai citarlo, ma incalzandolo su alcuni suoi cavalli di battaglia elettorali. Il presidente dice che le sfide d’un mondo in rapido mutamento non si affrontano alzando muri: “Il punto è che per aiutare noi stessi dobbiamo aiutare gli altri, non alzare il ponte levatoio per tenere il mondo fuori”. Poi l’affondo: “In politica e nella vita l’ignoranza non è una virtù. Non é fico non sapere di che cosa si sta parlando. Ciò non significa dire le cose come stanno: non è una sfida al politicamente corretto; semplicemente è non sapere di che cosa si sta parlando”.