Tutto chiaro e ben poco in ordine sul futuro di Metroweb e sul piano Enel per la banda larga. O meglio, tutti gli attori si muovono (compresa Telecom Italia) ma chi e come realizzerà la fibra ottica, a partire da Metroweb e non solo, ancora non si sa.
Il governo, a livello ufficiale, non si schiera e si tiene fuori dalla disputa sotto traccia fra Enel e Telecom Italia. L’esecutivo ha orchestrato un piano con Infratel per la diffusione della rete in fibra ottica. Fino ad alcuni giorni fa, sembrava dovesse essere Enel Open Fiber, neo società costituita ad hoc da Enel, la punta di lancia dell’operazione auspicata dal governo con tanto di conferenza stampa allestita dal premier Matteo Renzi. Nulla è cambiato, in effetti. Ma resta il nodo di Metroweb, controllata con il 53,8% da F2i, il fondo infrastrutturale partecipato da Cdp e dalle banche guidato da Renato Ravanelli, e partecipata dal Fondo strategico italiano di Cdp (46,2%). Il progetto di Metroweb è quello di posare fibra ottica nelle maggiori città per diventare una sorta di Metroweb nazionale. Ma servono soldi, molti soldi. Per questo occorre un partner industriale dalle spalle finanziarie robuste che affianchi o sostituisca gli attuali azionisti (che vogliono vendere tutto o in parte).
L’idea finora era quella di una sorta di condominio costruito da Enel Open Fiber guidata da Tommaso Pompei con i maggiori operatori, tra cui anche Vodafone e Wind. Tanto che si parla di un’offerta di Enel che arriverà a breve. Ma negli scorsi giorni con i vertici di Metroweb è tornata alla carica Telecom con il nuovo amministratore delegato Flavio Cattaneo. Si parla di una sorta di scambio azionario che coinvolgerebbe anche Telecom Sparkle, la controllata di Telecom proprietaria di cavi sottomarini e ritenuta strategica dal governo.
L’accordo in fieri, seppur non sia stata ancora inviata agli azionisti di Metroweb alcuna manifestazione d’interesse, conferirebbe a Telecom da subito il 100% di Metroweb, non quel 67% ipotizzato dal piano messo dall’ex amministratore delegato Marco Patuano. Le indiscrezioni di mercato raccontano che il pagamento avverrebbe in “carta” a Cdp e per contanti a F2i. In particolare a Cdp sarebbe stata offerta una partecipazione dell’ordine del 30% in Telecom Sparkle. Il gruppo presieduto da Giuseppe Recchi deciderà tutto nel prossimo consiglio di amministrazione previsto per il 13 maggio.
Ma il governo non aveva benedetto l’attivismo di Enel? Oppure ora vede di buon grado i pour parler fra Telecom e Cdp su Metroweb?
A queste domande finora l’esecutivo non risponde. Anzi, come ha detto ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, su Metroweb “non c’è nessuno monitoraggio”. Ma lo stesso Giacomelli ha sottolineato, piuttosto sibillinamente, che su Telecom Sparkle “non c’è di per sé una connessione con Metroweb”. Come dire: che ci azzecca?
Ambienti governativi, peraltro, sottolineano che sulla fibra si va avanti col piano sistemico architettato da Enel di Francesco Starace e si auspica di fatto un futuro “terzo” e condiviso per Metroweb. Anche perché, si mormora a Palazzo Chigi, l’Antitrust ha già scritto parole chiare sull’eventualità che Telecom possa monopolizzare anche la rete in fibra ottica.
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