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Unità: con questi chiari di Luna

L’Unità non ha pace. Dal tacco di Concita ai piedi di Cristo. Ma al peggio, si sa, non c’è limite. Dall’esperto di angeli e fango D’angelis, il giornale del proletariato programmatico di Gramsci va sotto la direzione di Riccardo Luna, talmente innovativo che, da quando ormai c’è il wifi dappertutto, ha abbandonato la troppo cablata Wired.
Parola d’ordine, direttamente dall’inglesissimo premier, è innovation. E Luna che è uno che non teme le eclissi, è pronto a realizzare il turnaround: via metà della direzione e via libera a Roberto Giacobbo, l’Indiana Jones dei media. Pronti dei servizi sensazionali, come ad esempio quello sulla start up che ha decrittato l’alfabeto Nasca. Tutti quei segni non volevano dire altro che “cambia verso” nell’antica lingua del luogo.
Luna, che a dispetto del nome è uno con i piedi per terra, con i conti sa il fatto suo. Dopo aver scovato, una startup che progetta e realizza calcolatrici, nata evidentemente in un garage della Garfagnana dall’idea di due giovani ex pendolari alle prese con treni in ritardo, Luna ha fatto due calcoli ed ha trovato subito la soluzione all’indebitamento del quotidiano comunista: far entrare nel capitale di rischio un nuovo partner danaroso. In prima fila l’Havajanas. La nota casa produttrice di infradito. Magari si finirà lo stesso con il culo per terra, ma una sola si trova sempre. Proprio chiari di Luna.


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