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Auguri a Chiara Appendino e Virginia Raggi

Ebbene si’ hanno vinto due signore nelle due capitali che hanno fatto la Storia dell’Italia. Una storia faticosa e straordinaria che da tutto il mondo è conosciuta come cultura , sapere,sacrificio,responsabilità,libertà ,ultimamente un po’ offuscata dalla disgraziata storia recente. Vogliamo con tutte le nostre forze essere ottimiste e come si fa tra donne d’onore (in verità non è scontato che ci sia questa bella cultura generalizzata!)- noi lo abbiamo affermato su queste pagine più volte- è giunta l’ora di cambiare passo.

Non siamo mai state gufe né filogovernative, semplicemente accuratamente attente a ciò che succede nella nostra bell’Italia con uno sguardo molto particolare alle politiche economiche e del lavoro. E su questo ora per le due vincitrici e anche tutti gli altri che hanno espugnato delle roccaforti della mala politica, sono attese, le prove dei fatti oltre le promesse. Sconfitta la politica dell’interdizione e dell’arroganza, superata la demagogia dei puri (che non sono da nessuna parte), sconfitto il partito della nazione e il governo di unità nazionale come invece ha funzionato e funziona in Germania, ora la palla è in mano ad un bipolarismo PD e 5Stelle e sulle persone che hanno vinto, donne e uomini, che rappresentano facce pulite e magari anche competenti.

A Renzi suggerisco, come sempre, di abbassare i toni e ammettere che il voto NON è stato dato solo dai problemi delle città, ma anche da una insopportabile Santa Alleanza che lui ha costruito con personaggi coinvolti in brutte e non marginali vicende giudiziarie. E da quell’idea di Paese che non è comprensibile ai più legata ad una bulimia di potere e immagine, tutta proiettata ad ambizioni internazionali senza meditare su una realtà evidente: le riforme vanno fatte con una strategia di sintesi essenziale e condivisa da una maggioranza vera e non a suon di strappi di fiducia, tenendo il motore acceso con la presunzione della completezza e la rabbia in corpo.

Sì, siamo arrivati a questo punto non per colpa di proposte avversarie deboli, come ancora qualcuno afferma, ma per errori nel non fare programmi di risanamento della spesa pubblica, di investimenti nelle piccole imprese, nel massacrare i territori con una sicumera di saper governare un sistema economico che denunciava corruzione, mancanza totale di politica industriale e adeguata ed equilibrata politica fiscale. E’ vero che alcune riforme sono andate avanti ma non si vedono risultati e soprattutto troppi contrastanti i numeri dell’economia reale e non quella sciocca idea che la gente “percepisce”.

La gente vuole capire bene e non sopporta l’autarchia, soprattutto un sistema di governo politico schizofrenico che sembra un caleidoscopio che si forma e si sforma a seconda degli interessi di pochi e non del bene comune di tutti o almeno di molti. Non vogliamo ingovernabilità e confusione vogliamo le nostre città governate con buonsenso comprendendo i problemi e sapendo come si intende risolverli. Attorno alla parità tra donne e uomini messi alla prova sul governo di grandi e piccole città con i loro problemi si snoda anche un’ ultima possibilità del cerchio renziano ammaccato di cominciare ad abbassare i toni. Renzi dunque fuori e dentro il Pd cerchi le competenze vere perché occorre che progetto e programma per l’Italia viaggino sulla stessa lunghezza e con vigore.

Si avviino, si instaurino,si precisino, si avviino e proseguano e il procedere non è scontato perché esige l’accettazione dell’idea del cedimento della sovranità a tutti i costi e non una bizza umorale e una pulsione leaderistica che annienta chi non la pensa uguale. Non il lanciafiamme non più giovane ma ancora molto irruente toscano che ha perso e deluso la sua terra e l’Italia, ma la tenacia del buonsenso perché l’odio che si scatena e porta tempesta è solo autolesionista. E poi noi non siamo disponibili a lasciarci sottomettere.


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