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BioUpper e PoliHub insieme per la scienza

Guido Guidi

Pare che le start-up siano i nuovi laboratori di successo in grado di generare innovazione. Un esempio? BioUpper, l’iniziativa promossa da Novartis e Fondazione Cariplo a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare una start up nel settore delle scienze della vita. Il percorso di selezione è stato lungo, ma “l’esito è stato un successo”, ha detto Guido Guidi Head Region Europe di Novartis Pharma, che ha ricordato i buoni numeri ottenuti nell’edizione precedente: “Il 70% dei partecipanti della prima edizione ha già costituito o sta avviando un’impresa”. Ai vincitori, come l’anno scorso, sono destinati 50.000 euro di finanziamenti, ma la buona notizia è che quest’anno anche gli esclusi dal podio hanno ricevuto attenzioni e finanziamenti da altri investitori.

PEDALA E ARRIVERAI IN VETTA

Il progetto era partito nell’autunno scorso e in poco tempo erano arrivate già molte idee. A novembre, infatti, si sono contate 118 candidature, poi scremate a 19 per l’accesso alla seconda fase del progetto, la training week, che si è svolta al PoliHub di Milano in collaborazione con Humanitas. A dicembre, dopo aver partecipato a un percorso di formazione e di confronto con professionisti del settore composto da tutor e business angels, i 19 team provenienti da tutta Italia hanno presentato le proprie proposte progettuali alla giuria nel corso di una sessione di elevator pitch. In tre minuti ci si gioca tutto, il tempo di “un viaggio in ascensore” per convincere a investire sulla propria idea.

FALLIRE SERVE

“In Italia c’è una cultura sbagliata del fallimento, vissuto come vergogna, imbarazzo, timore di fallire ancora – ha detto il consigliere delegato di PoliHub, Stefano Mainetti – ma non deve essere così, le start-up falliscono, si impara, se ne creano di altre che andranno meglio e piano piano si conquista il mercato. E poi contesti come quello di BioUpper aiutano perché agiscono da paracadute”. Forte fiducia espressa anche dal vice presidente di Fondazione Cariplo, Mariella Enoc: “Non è vero quello che si dice sui giovani di oggi. Io ho incontrato tutti ragazzi volenterosi con una gran voglia di fare. Humanitas è molto entusiasta di questa iniziativa”. Anche il capo di gabinetto del ministero della Salute, Roberto Scrivo ha parlato di questa iniziativa descrivendola come necessaria per “creare un collegamento tra i laboratori e pratiche innovative più veloci, immediate, smart”.

LE TRE VINCITRICI 

Ad accomunare tutte le proposte, anche quelle escluse in fasi precedenti, è stato “l’alto profilo dei candidati e delle idee – ha dichiarato Guido Guidi di Novartis Pharma – questo a conferma dell’eccellenza della ricerca scientifica in Italia, che però purtroppo, è ancora troppo poco sostenuta e incoraggiata. Ma è quello che sta cercando di fare BioUpper: aiutare a tradurre quest’eccellenza in iniziative imprenditoriali concrete, spingendo i nostri giovani ricercatori a rischiare per affermare le proprie idee». Le idee vincitrici presentate ieri sono state tre: uno spray nasale in grado di curare il raffreddore, una tecnologia per stampare in 3D medicazioni attive a base di chitosano per ferite croniche o chirurgiche e un’app che consiglia ai chirurighi quale sia la protesi aortica migliore per paziente specifico.

Tra le novità dell’edizione di quest’anno anche la partnership con Hacking Health, movimento internazionale impegnato nell‘innovazione del mondo della salute e della cura, che verrà coinvolto nelle fasi intermedie del progetto – formazione e accelerazione – per consentire un’ulteriore contaminazione di idee e suggestioni tra i diversi attori del mondo della ricerca e dell’innovazione.



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