La manipolazione attraverso il gioco della comunicazione, dei sondaggi e delle previsioni è riuscito, strumentalizzando cinicamente perfino la morte della giovanissima deputata Jo Cox, uccisa da uno spostato.
Mercati giù, in preda al panico; mercati su, rasserenati dal presunto effetto di resipiscenza del corpo elettorale, che si sarebbe convinto della pericolosa identificazione del delirio dell’omicida con il populismo di chi propugnava la Brexit.
Borse addirittura spumeggianti, nel giorno del voto, trainate dall’ultimo sondaggio che dava per certo il risultato favorevole alla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione.
E poi, suvvia, come non essere convinti della pericolosità della Brexit dopo gli allarmi per le conseguenze negative sull’economia suonati a più mani, dalla Banca d’Inghilterra al Fondo Monetario Internazionale, dalla BCE alle Cancellerie di mezzo mondo.
Insomma, con lo stesso Premier David Cameron che si sgolava per scongiurare la Brexit, prognosticando addirittura problemi per il sistema pensionistico, gli inglesi dovevano essere davvero testardi ed addirittura autolesionisti a votare per la Brexit.
I mercati, che si dice votino tutti i giorni, pretendevano di votare anche nei seggi elettorali.
Gli Inglesi, invece, se ne sono impipati: a loro, di Bruxelles non può interessare meno. Dell’euro neppure.
E poi, viene quasi da ridere a pensare che la BCE di Mario Draghi ha dovuto spendere addirittura 60 miliardi di euro al mese per riuscire a far svalutare del 20% l’euro nei confronti del dollaro per rilanciare l’export dell’Eurozona. Ed ancora ne spende 80 di miliardi al mese, senza riuscire nell’intento di far alzare l’inflazione.
La sterlina, al solo annuncio della Brexit, si è svalutata del 9,5%: così gli inglesi importeranno di meno, risanando la bilancia commerciale in passivo, e magari esporteranno di più. Andare in vacanza in Inghilterra, o investire in un immobile in pieno centro a Londra non è mai stato così conveniente.