Nel giorno in cui la Gran Bretagna si sveglia fuori dall’Ue, Donald Trump, che s’era pronunciato per la Brexit, vola in Scozia e va a inaugurare il campo da golf di un hotel di lusso di sua proprietà. E il Washington Post commenta: ”Potrebbe essere una semplice coincidenza. Ma le forze che sostengono la Brexit sono sorprendentemente simili a quelle che scuotono la politica americana”.
Se la Brexit è in qualche misura una vittoria per Trump, è certamente una sconfitta per il presidente Barack Obama, che s’era politicamente speso per evitarla e s’era molto esposto in visita a Londra.
Per Politico, gli elettori britannici non hanno solo provocato uno shock al mondo e ai mercati, ma hanno pure ignorato Obama, caricato Hillary Clinton di un potenziale fardello economico e iniettato energia nelle correnti populiste su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Il Washington Post nota che il crescente risentimento popolare per le ricadute della globalizzazione e gli effetti della crisi finanziaria hanno spaccato l’elettorato britannico e americano. ”A ciò s’aggiungono i nodi dell’identità nazionale e culturale in un momento di crescente diversità demografica, messa in evidenza dal dibattito sull’immigrazione. Sia il partito del Leave sia Trump hanno nell’immigrazione la loro più potente arma politica”.
Nella prima analisi sull’impatto del voto britannico negli Usa, Politico ipotizza che i rilevamenti che vedono in testa la democratica Hillary Clinton sottovalutino la misura in cui l’elettorato delle democrazie occidentali sia stufo dei politici di professione e preoccupato dal terrorismo islamico e dall’immigrazione.
Per la campagna della Clinton saranno cruciali le ripercussioni sull’economia della decisione presa dal Regno Unito. Se le previsioni negative in questo senso risulteranno accurate – avverte Politico – bisogna tenersi pronti a un rallentamento economico innescato dalla Brexit, che può interferire con la corsa alla Casa Bianca.
Alle prese con rallentamenti nei sondaggi, e anche nella raccolta fondi, Trump arriva però in Scozia per occuparsi di golf e dei suoi affari privati: inaugura il suo “Trump Turnberry”, esclusivo resort con annesso golf club nella località di Ayrshire, comprato per 51 milioni di dollari nel 2014 e ora completamente ristrutturato con altri 300 milioni.
Il magnate di New York, che possiede anche un campo da golf ad Aberdeen, non ha in programma, in Scozia, incontri politici.