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Come ripartire dopo la vittoria della Brexit

Il Regno Unito in tanti secoli ha insegnato al mondo, a cominciare da Hume e Smith, che la sola via alla ricchezza e alla pace è l’apertura e la capacità di cooperazione.

Purtroppo, per questa tradizione liberale che è in sintonia con la tradizione popolare di Don Sturzo e democristiana di De Gasperi, alla quale apparteniamo, oggi è un giorno triste perché è stata rinnegata e tradita dalle piccole paure irrazionali e dei bassi interessi. Giorno tristissimo, se pensiamo alla memoria dei migliaia di soldati inglesi nei cimiteri di tutta l’Europa. Ma la storia va verso nuove possibili forme d’integrazione e ci auguriamo sempre verso politiche con la persona, qualunque persona, al centro e con la sua dignità. La storia non si farà arrestare da questi pochi milioni di anacronisti che tradiscono secoli di speranze e di sangue in cerca di un’unità. Ma queste scelte miopi e stupide purtroppo si pagheranno con molte monete. I muri non durano, il vento della libertà finisce per abbatterli. Peccato davvero per gli inglesi.

L’Inghilterra ha dunque scelto: Brexit. Da oggi sarà fuori dall’Europa.

Noi popolari liberi e forti vogliamo l’Europa dei popoli e non della finanza, secondo il progetto originario di tre politici cristiani: Adenauer – De Gasperi – Schuman.

Adesso vogliamo togliere i grandi pesi, Fiscal compact – Fondo salva stati, che il governo di Mario Monti aveva sottoscritto, e ridurre lo strapotere della Germania che avvantaggia enormemente l’economia tedesca, vogliamo alleggerire i pesi per il popolo italiano, quello operoso, la classe produttiva, il terzo stato, vogliamo un aggiornamento delle regole comunitarie, vogliamo più etica nella società e nelle istituzioni, vogliamo più sovranità popolare, vogliamo il ridimensionamento dei tecnocrati di Bruxelles

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