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Cosa succederà a Twitter, Facebook e Salesforce dopo il blitz di Microsoft su LinkedIn

Microsoft ha comprato LinkedIn per 26 miliardi di dollari: la più grande acquisizione della sua storia che gli analisti hanno approvato, con qualche riserva. Ma ora che cosa succede sul mercato? Ecco i settori e i concorrenti che più saranno impattati.

HOOTSUITE: 3 IMPATTI RIVOLUZIONARI

Ci sono tre settori in particolare in cui l’unione Microsoft-LinkedIn farà sentire il suo impatto, secondo Ryan Holmes, Ceo di Hootsuite. Uno, i social media: hanno un valore sempre più alto anche nel mondo business come canale di comunicazione tra aziende e clienti e li usa il 65% degli adulti. Microsoft non vuole perdere l’occasione di diventare un gigante anche di questo mercato e per le aziende che non hanno ancora investito nei social media si crea un precedente: dovranno investire adesso o resteranno indietro.

Secondo impatto: Twitter è più che mai sul mercato, la prossima preda destinata ad essere mangiata da un gigante. Lo dimostra già il fatto che, appena annunciato l’accordo Microsoft-LinkedIn deal, le sue azioni sono schizzate del 9% chiudendo la sessione a +3,8%. Chi è interessato? Secondo Holmes, Apple, Google, Amazon, Facebook.

Infine, Microsoft si prepara a riprendere il dominio del mercato business, combinando i suoi dati con quelli di LinkedIn. L’idea di Microsoft è usare il social graph di LinkedIn per potenziare il suo software di Crm e Hr Microsoft Dynamics e la sua suite per la produttività Office 365. I competitor del Crm come Salesforce stiano in campana.

AFFONDO CONTRO SALESFORCE E FACEBOOK

Business Insider conferma: l’azienda che deve subito preoccuparsi per l’accordo Microsoft-LinkedIn è Salesforce (in seconda battuta, anche Oracle, Sap e Workday). Sposando LinkedIn con Microsoft Dynamics l’intento di Satya Nadella sarebbe di realizzare una potente “manovra anti-Salesforce, una manovra che riguarda il software cloud per le risorse umane”, scrive Business Insider. “Nadella vede i dati di LinkedIn come un modo di reinventare questi enormi mercati”.

Secondo alcuni commentatori ad essere colpita sarà anche Facebook: sarà più difficile per il social di Mark Zuckerberg farsi strada come piattaforma per utenti business (con il prodotto dedicato At Work), perché Microsoft e LinkedIn insieme hanno enormi risorse e un brand più forte tra le aziende.

L’M&A RIPARTE ALLA GRANDE

In un contesto più ampio, l’accordo Microsoft-LinkedIn è il segnale che nell’industria tecnologica è tornata la corsa all’M&ANelle ultime due settimane Salesforce ha comprato Demandeware (per 2,8 miliardi di dollari) e QlikBlue Coat Systems sono state acquisite. Ora Wall Street si aspetta un’ondata di acquisizioni di player più piccoli del software che saranno inglobati da big come Microsoft, Oracle e Salesforce o da società del private equity ben dotate finanziariamente.

L’analista Brent Thill di Ubs riferisce che il volume totale di accordi nei primi sei mesi dell’anno è più che raddoppiato a 50 miliardi di dollari rispetto ai primi sei mesi del 2015 (24 miliardi); le transazioni che riguardano aziende del software sono salite da 21 a 27. Per l’analista Steve Koenig di Wedbush Securities, comprare è “una necessità vitale” per le aziende più grandi: i colossi del software hanno difficoltà nella transizione verso il cloud e vanno a caccia di player specializzati più piccoli, agili e a rapida crescita. Gli esperti prevedono acquisizioni anche tra le start up emergenti della produttività, come Slack. 

E ORA TOCCA A TWITTER?

In generale, tutte le aziende nella stessa condizione di LinkedIn (crescita stentata di entrate e utenti, valore del titolo in discesa) sono potenziali target di colossi più grandi a caccia di piattaforme Internet. L’azienda dello storage Box, la società della data visualization Tableau sono nel mirino, nota Forbes: potrebbero essere attraenti per Ibm, Sap e altre. Ma la preda più ambita resta Twitter. Le sue prestazioni deludono sempre più e quest’anno le azioni hanno già perso il 36%.

“Se l’attuale trend di crescita fiacca degli utenti persiste, pensiamo che sia inevitabile per Twitter cercare di vendere”, ha scritto qualche settimana fa in una nota di ricerca Robert Peck di SunTrust Robinson Humphrey. E ora che si è concretizzato il maxi accordo Microsoft-LinkedIn sarebbe davvero il momento giusto per Twitter per mettersi sul mercato: l’intesa è un segnale positivo per tutte le altre aziende dei social media piene di dati di utenti, nota l’analista Ken Sena di Evercore; adesso i compratori potrebbero essere disposti a pagare di più.

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