Sace ha sviluppato delle previsioni per l’export italiano in caso di “Brexit”, basandosi su uno scenario macroeconomico proposto da Oxford Economics.
LE PREVISIONI
Questo scenario prevede una crescita del Pil reale del Regno Unito dell’1,8 per cento nel 2016 e dello 0,4 per cento nel 2017. L’impatto maggiore verrebbe registrato l’anno prossimo (le previsioni senza “Brexit” indicano una crescita del 2,3 per cento). Numerose altre variabili, come il tasso di politica monetaria e la sterlina, verrebbero influenzate negativamente. L’uscita dall’Unione europea del Regno Unito implicherebbe una minore crescita per l’export italiano verso Londra di circa 1-2 punti percentuali nel 2016 (pari a 200-500 milioni di euro in meno beni esportati), rispetto alle previsioni del Rapporto Export 2016.
LE BASI DELLO SCENARIO
Questo impatto ridotto nell’anno in corso è dovuto al fatto che, anche qualora vincesse il “leave”, bisognerebbe comunque aspettare che vengano definite modalità e tempi. In termini di settori sarebbe la meccanica strumentale a pagare il prezzo maggiore, con una crescita inferiore di circa 100-200 milioni di euro, e i mezzi di trasporto; diversi settori rilevanti per il Made in Italy, come tessile e abbigliamento e alimentari e bevande, non subirebbero una variazione negativa.
TRA BREVE E MEDIO TERMINE
Nel 2017 invece l’impatto per i prodotti italiani sarebbe maggiore, coerentemente con lo scenario macroeconomico sottostante: Sace prevede una contrazione del 3-7 per cento per l’export italiano verso il Regno Unito, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati. Ancora una volta sarebbero meccanica strumentale e mezzi di trasporto a “pagare il dazio” maggiore, con una contrazione che potrebbe superare il 10 per cento. I prodotti alimentari, vista la loro natura, continueranno con un andamento positivo.