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Ecco cosa faranno Enel ed Eni nelle rinnovabili

GIANLUCA GALLETTI GIAN LUCA FRANCESCO STARACE MATTEO RENZI MATTEO DEL FANTE

In arrivo oltre 9 miliardi di euro per le rinnovabili. Il premier Matteo Renzi ha annunciato giovedì 23 giugno il decreto del ministero dello Sviluppo Economico che stanzia uno stock ventennale di finanziamenti per le energie verdi, destinate nelle intenzioni del governo a fare dell’Italia il Paese “più rinnovabile” proprio ora che il vecchio regime degli incentivi è ormai al tramonto. Ma la notizia del giorno è arrivata dall’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, presente a Palazzo Chigi con i colleghi di Enel (Francesco Starace) e Terna (Matteo Del Fante). Eni, che ha da poco presentato il piano per entrare nel business delle rinnovabili, sta valutando di unire le forze con Enel e joint venture di scopo potrebbero essere create anche con altre aziende del settore energia.

LE PAROLE DI DESCALZI E DI STARACE

“Stiamo parlando con Francesco (Starace, ad Enel, ndr) e con chi altro è disponibile per fare una joint venture su questi terreni”, ha detto Descalzi. Starace ha precisato che la collaborazione “è una buona idea” ma può assumere anche altre forme rispetto alla joint venture. “Siamo pronti a lavorare con loro su tutto quello che possiamo fare” ha aggiunto, invitando però a “non inventarsi una joint venture che ancora non c’è”.

I PROGETTI IN FIERI

Nelle rinnovabili l’impegno di Enel prevede investimenti per 2,2 miliardi. Il piano del Cane a sei zampe, battezzato Progetto Italia, prevede in tutto 220 megawatt per 230 milioni di investimenti. I primi 70 mw saranno installati nei siti ormai inutilizzati di Assemini, Porto Torres, Manfredonia, Priolo e Augusta, per poi sviluppare altri 150 mw allargando l’attività a sei regioni in tutto (Basilicata, Calabria, Liguria, Puglia, Sardegna e Sicilia). Descalzi ha alzato l’asticella tra 700 milioni e un miliardo. Si tratterà per la maggior parte di impianti fotovoltaici, ma ci sarà spazio anche per biomasse e solare a concentrazione. “Inizieremo a parlare con le Regioni, approveremo gli investimenti a settembre e si partirà a inizio 2017”, ha annunciato l’ad. Quanto a Terna, che ha 4 miliardi di euro da investire nelle reti, il gruppo “sta monitorando i siti in cui l’Eni intende allestire gli impianti di energia rinnovabile per gli allacciamenti e per accompagnare sviluppi importanti per il Paese”, ha detto l’ad Del Fante.

I PIANI DEL GOVERNO

Il piano del governo è stato illustrato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Saranno stanziati circa 480 milioni l’anno, quindi in 20 anni si arriverà a 9,6 miliardi di euro. “Saranno ripartiti per un 50% sulle tecnologie quasi in equilibrio come l’eolico, per un 25% sulle tecnologie di frontiera come la geotermia e il termodinamico e per un altro 25% sull’economia circolare, come le biomasse e le fonti di scarto”, ha spiegato il ministro. “Basta con i lamenti”, aveva detto in mattinata Renzi riferendosi agli operatori del settore rinnovabili che hanno combattuto il nuovo regime regolatorio. “Galletti (il ministro dell’Ambiente, ndr) ha presentato i bandi aperti per un valore di 900 milioni e Calenda ha firmato il nuovo decreto che vale 9 miliardi nei prossimi vent’anni”. Assieme agli impegni di Eni, Enel e Terna, ha concluso Renzi, “questo pacchetto di interventi dimostra che c’è una strategia verde per il Paese”.

IL FUTURO DELLA PRESENZA DEL TESORO

Obbligatorio un passaggio sulla presenza pubblica nel capitale delle società presenti ieri a palazzo Chigi. “Non c’è intenzione di scendere ulteriormente nel capitale”, ha tagliato corto il presidente del Consiglio, aggiungendo di essere “molto fiero dei manager, professionisti di grande valore che rispondono dei risultati che raggiungono”.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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