Nelle prossime settimane si riuniranno le principali Banche Centrali. Gli occhi saranno puntati soprattutto sulla Federal Reserve (Fed), che a metà mese si pronuncerà sul prossimo aumento dei tassi di interesse americani. Recentemente, i segnali che indicano un ulteriore inasprimento sono aumentati, allineandosi alle nostre attese. La Fed, indipendentemente da quanto espansiva possa restare la sua linea, alla fine potrebbe avere un atteggiamento più “falco” di quel che si attende gran parte del mercato, che pure sconta una probabilità di rialzo del 40 per cento. La volatilità è quindi destinata a proseguire.
Subito dopo si terranno gli incontri della Bank of Japan (BoJ) e della Bank of England (BoE). In Giappone non è stata ancora dimostrata la validità di combinare in modo aggressivo politica fiscale e politica monetaria, e probabilmente la BoJ subirà ancora pressioni per fare tutto quanto in suo potere, anche se il suo bilancio rappresenta già il 77 per cento del Pil nazionale e include circa un terzo di tutti i titoli governativi nipponici. Le possibilità a disposizione della BoJ sono molteplici. Dalla riduzione dei tassi all’ulteriore espansione del bilancio, tramite l’acquisto di obbligazioni governative, sino all’aumento degli acquisti di azioni tramite Etf e il passo verso l’”helicopter money” è breve. Una mossa che farebbe impallidire persino la Banca Centrale Europea (Bce). Proprio quest’ultima sarà la prima a riunirsi, ma probabilmente senza grande clamore poiché non si prevedono cambiamenti significativi. Tuttavia, più si avvicina marzo 2017 (sinora indicato come il termine del quantitative easing in Europa), più si fanno pressanti gli interrogativi su cosa accadrà dopo. L’unica cosa certa è che la politica monetaria a livello mondiale resterà nel complesso accomodante.
Dopo l’accordo sul terzo pacchetto di aiuti alla Grecia, l’Eurozona ancora non trova tranquillità. Il 21 giugno la Corte Costituzionale federale tedesca si pronuncerà sul piano di allentamento monetario Omt della Bce, già ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia dell‘Unione Europea. Il 26 giugno si terranno le elezioni del parlamento spagnolo. Ma soprattutto il 23 giugno la Gran Bretagna deciderà se rimanere nell’Ue. Sembra dunque prospettarsi un mese volatile, in cui dovranno essere prese molte decisioni importanti, anche in materia di investimenti.