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Forza donne italiane, forza!

impresa, governo, femminicidio

Forza donne italiane, forza! Delitti atroci inspiegabili, assurdi, che lacerano gli affetti. Donne barbaramente uccise. Violenze operate sia dagli assassini che da una giustizia e da una società ancora profondamente maschilista che davvero non vuole risolvere un orrore che si ripete. Uomini che ammazzano selvaggiamente le compagne che possiedono e non amano.

Bisogna smettere di indignarsi e basta, bisogna smettere di farne spettacoli televisivi e teatrali, bisogna smettere di firmare protocolli che non si applicano sul territorio. Cambiare, dunque, la cultura della violenza nella nostra società per aiutare la nuova e giovane Italia che cresce ad avere rispetto l’una dell’altro. La giustizia italiana tollera il femminicidio, reputandolo un reato minore, e persino le Nazioni Unite hanno individuato in Italia il grande problema di inciviltà. Le donne ammazzate sono protagoniste della leggerezza irriverente dei  talk show sui fatti di sangue e delle dispendiose campagne della Presidenza del Consiglio che sono quasi ridicole. Prevale sempre l’idea di un amore malato quando la belva è maschio e gli vengono offerte dagli psichiatri professoroni attenuanti di impossibili giustificazioni che consentono poi sentenze miti.

Noi ci ribelliamo e non accettiamo i protocolli di intesa che non entrano nelle scuole e nella società per far capire quanto la malvagità e la prepotenza di una prevaricazione di un popolo su di un altro sia sleale e illegittima. Il male va conosciuto e allontanato con argomenti di comprensione, verità e storia che agiscano sulle coscienze dei giovani e delle giovani generazioni. Il rispetto dell’identità femminile e il ruolo delle donne va approfondito, conosciuto e discusso nelle aule scolastiche, nei centri di aggregazione giovanili, con buonsenso e professionalità, duratura e costruttiva, senza delegare a improbabili corsi di gender, tenuti da parolai, il compito di ristabilire un ordine naturale di riconoscenza e convivenza, aiuto e reciprocità, tra bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne, grandi e più grandi.


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