Perugina, Motta-Alemagna, Warner Lambert, Pfizer, Cadbury Schweppes, Nestlé. Cosa hanno in comune queste aziende? Sono state tutte proprietarie delle caramelle Rossana, un’invenzione del made in Italy che anche nel mondo, a giudicare dai passaggi di mani, ha fatto furore e di cui nelle ultime settimane si paventava la morte, vista l’intenzione della Nestlé di cederle per concentrarsi sui baci Perugina. A salvarle, stavolta, sono intervenuti due fratelli: Fabio e Maurizio Balconi, il cui cognome è lo stesso delle merendine che non fanno pubblicità e che costano poco pur garantendo qualità e fattura italiana.
BALCONI PIENI DI CARAMELLE
Ma i fratelli Balconi, come ricorda Il Corriere, sono gli imprenditori saliti agli onori delle cronache nel 2011 “per aver venduto l’azienda di famiglia al fondo Clessidra che con questo investimento ha debuttato tra gli scaffali dei supermercati. L’operazione siglata dal presidente Claudio Sposito (nella foto) aveva valorizzato la Balconi dolciaria di Nerviano, nel milanese, circa 100 milioni”. E, come fa ogni buon fondo di private equity che si rispetti, Clessidra aveva fatto crescere le merendine fino a 160 milioni di fatturato e a maggio le aveva cedute alla multinazionale Valeo Foods. La storia dei Balconi è la tipica storia dell’artigiano che, negli anni Cinquanta, trasforma la sua bottega in un’azienda, che oggi è tra le prime cinque in Italia nel suo settore e vende il 55% all’estero.
L’IDEA DEL PASTICCIERE MICHELE
Siamo nel 1953 e Michele, giovanissimo pasticciere, fonda l’azienda che porta il suo cognome: produce dolci a base di pan di Spagna, cui oggi si sono aggiunti wafer e biscotti, con l’acquisizione del Biscottificio Baroni di Verona, sotto la gestione Clessidra. “Michele ha in mente un’idea precisa – si legge sul sito del gruppo – offrire alle mamme e ai loro bambini un prodotto industriale di qualità artigianale. Un prodotto buono, fatto con materie prime di alta qualità, ma venduto ad un prezzo ragionevole”. Dunque materie prime non ogm, nessun grasso idrogenato, colorante e conservante, controlli di qualità rigorosi e tecnologie moderne. Come ci riesce? “Facendo scelte intelligenti. Riducendo al minimo i costi di produzione, automatizzando completamente i nostri processi produttivi ed evitando gli sprechi. I nostri 2 stabilimenti si estendono su una superficie di circa 38.000 metri quadri e impiegano 186 addetti su 8 linee di produzione, attive 24 ore al giorno. Produciamo ogni giorno ben più di 5.000.000 di merendine: tante quante gli abitanti di Berlino, Chicago o Madrid!”.
LA CESSIONE E I NUOVI INVESTIMENTI
Chissà cosa avevano in mente i due figli di Michele quando 58 anni dopo hanno ceduto il capitale. Forse di crescere? Magari poi di riuscire a restare in un business più redditizio? Fatto sta che appena possibile hanno scelto di investire i proventi della vendita a Clessidra per tornare a produrre dolciumi. Lo hanno fatto acquisendo Fida, un’azienda di Asti specializzata in caramelle, per 17 milioni. Fida è il produttore di Bonelle, Tenerezze, Gocce di Pino, Le Irresistibili ed è di proprietà dal 2006 de fondo di private equity di Credem, della famiglia Maramotti (le signore di Max Mara, per intenderci) che a un certo punto diversificano nell’alimentare. Ai marchi storici aggiungono nel tempo Charms e Sanagola riacquistandole dall’estero. “Dall’ingresso del fondo – si legge nella nota ufficiale di commento all’operazione, come riportato dal Piccolo – Fida ha incrementando il fatturato del 50% ed ha più che raddoppiato la propria presenza nella grande distribuzione organizzata. Alla guida di Fida, anche nel nuovo corso resterà l’amministratore delegato Eugenio Pinci che “manterrà una partecipazione della società insieme al management”.
IL PICCOLO CARAMELLIFICIO CHE VOLA
Dunque, una piccola società – la sua quota di mercato è del 3,5% – che però vola. E che, continua Il Corriere, “nel primo trimestre ha segnato una crescita del 3,6% delle vendite nel canale degli ipermercati e un aumento del 7,4% nei bar e nelle tabaccherie. Starà ai Balconi trovare nuovi spazi. Uno è già stato individuato: vendere dolciumi attraverso una piattaforma online. E per catturare i giovani anche sui social network”.
… E VUOLE CONQUISTARE I GIOVANI
Catturare l’attenzione di queste fasce della popolazione con un prodotto che ha novant’anni, che era di moda negli anni Sessanta e che porta il nome della donna amata da Cyrano de Bergerac, sarà un’impresa non da poco. Intanto, l’operazione – di cui non si conosce il valore – si perfezionerà entro fine mese e come riporta La Stampa, e non si limiterà alle Rossana, che sono il prodotto di punto, ma si estenderà ai marchi “Fondenti, Glacia, Fruttallegre, Lemoncella e Spicchi”. Un decisivo ampliamento di gamma della Fida che nasce “nel 1973 – si legge nel sito del gruppo – dall’intuizione di realizzare morbide gelatine ai gusti di frutta con un metodo di lavorazione artigianale”, fino a conquistare “una posizione di primo piano nel mercato delle gelatine”, che vengono “tutte prodotte all’interno del moderno stabilimento di Castagnole delle Lanze”, nella provincia astigiana.
CON LE ROSSANA FATTURATO A 20 MILIONI
Cosa faranno gli intraprendenti Balconi? Rafforzeranno la produzione e mireranno dritti a elevare il fatturato fino ai 20 milioni. E già sono salutati in patria come i benefattori che riportano a casa ciò che all’Italia appartiene: che sembra una caramella e invece è il simbolo dell’italianità sottratta. Come se non fosse tutta una questione di affari.