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Huffington Post, Buonanno e la discriminazione altrui

E niente, ho letto per puro caso un post della blogger dell’Huffington Post Deborah Dirani sulla morte prematura e tragica dell’Eurodeputato della Lega Nord, Gianluca Buonanno.

Penso faccia bene la blogger a dire che c’è del disumano nel gioire della morte altrui. C’è anche dello strumentale nel sottolineare che a gioire siano donne e uomini di sinistra. Ma ognuno farà i conti con la propria coscienza, e questo a prescindere dall’essere di destra o di sinistra. Le idee di Buonanno erano inaccettabili e vergognose. La morte non cancella quel che si fa e si dice. Questo resta nella valutazione politica, delle cose fatte e dette da un uomo che ha rivestito un ruolo pubblico.

Per quanto mi riguarda, al di là delle opposte visioni del mondo e della vita, ho il massimo rispetto per la persona che è prematuramente scomparsa, lasciando una moglie e due bambini piccoli e tutti gli altri affetti. Le mie sono condoglianze sincere alla famiglia Buonanno. Cosa che vale per qualsiasi altra vita che si spegne.

Ma leggendo l’articolo ho avuto un moto di sgomento, leggendo questo passaggio: dimostrava lo stesso grado di empatia di un sordo-cieco, ma quello, casomai, era un problema suo.

Alla blogger Dirani vorrei direi, e lo ho fatto commentando il suo post, che penso sia semplicemente vergognoso utilizzare come termine di paragone negativo, addirittura una sorta di non-valore, una disabilità: sordo-cieco. Affermando che sono privi di empatia (o ne hanno poca). Non ho altre parole per dire che è semplicemente vergognoso.

Le persone disabili hanno una dignità come tutte e tutti noi. E hanno empatia, sentimenti e meritano rispetto come ciascuno di noi. Trovo questa frase, all’interno di un post che fa la morale, giustamente, a chi gioisce della morte altrui, fuori tono, incoerente e assurda. Ma espressione di una discriminazione strisciante, strutturale che emerge involontariamente. Forse è il caso che Dirani chieda scusa.

Vergogna

 

 

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