La ricerca farmaceutica consente di donarci veramente anni di vita e il Presidente Massimo Scaccabarozzi, durante l’assemblea annuale, entra a gamba tesa nella relazione irrituale e molto tonica nelle stime di Farmindustria sulla ricerca di farmaci sempre più innovativi che assicurano aspettativa di vita di quindici secondi al minuto, sei ore al giorno e 3 mesi all’anno. I dati sono chiarissimi: in Italia dagli anni ’80 la mortalità è scesa del 35% e per le patologie croniche ancora di più (45%); dagli anni ’90 la sopravvivenza a 5 anni da neoplasie è cresciuta dal 39% al 57% per gli uomini e dal 53% al 63% per le donne; dagli anni ’90 la mortalità da HIV si e’ ridotta di oltre il 90%; negli ultimi 10 anni la quota di malati che possono essere curati da epatite C e’ salita dal 43% al 96%.
L’Italia vanta vere e proprie eccellenze nelle Terapie Avanzate e nelle malattie rare poiché è con orgoglio che NON dobbiamo dimenticare che il primo farmaco al mondo basato sulle cellule staminali per una patologia rara per la riparazione della cornea è stato approvato in Europa, e ancora il settore dei vaccini nel quale l’Italia può vantare centri di ricerca e produzione tra i più rilevanti al mondo. Il nostro Paese è campione anche nei derivati del sangue con importanti investimenti nazionali e internazionali. Misurare i risultati migliora le cure e ottimizza la spesa e il futuro dei sistemi sanitari si fonda sempre più sulla misurazione complessiva dei risultati delle terapie e si tratta di modelli di valutazione basati sulla collaborazione tra istituzioni, pazienti,e tutta la comunità scientifica. Così insieme sarà più forte lavorare per la salute, lavorare con la nostra ricerca, lavorare per la vita, per assicurare che alcuni bambini possano non morire a causa del morbillo perché non vaccinati, perché è importante che sulla resistenza agli antibiotici, come ha segnalato il Word Economic Forum, le imprese farmaceutiche si siano impegnate a investire nello sviluppo di nuovi antibiotici per far fronte a questa emergenza globale: perché nel caso delle terapie oncologiche la qualità di vita è cresciuta e la speranza è diventata realtà per donne e uomini, bambini che sono pazienti non più attori passivi ma sempre co-protagonisti della scelta terapeutica. Così insieme la stessa medicina di genere cresce e aiuta a trattare le malattie che colpiscono le donne, e uomini e bambini, con una ricerca clinica avanzata e numerosissimi centri nell’oncologia, nelle malattie rare,nelle biotecnologie,nelle terapie avanzate,con realtà innovative nelle nostre imprese. Dunque siamo avanti e con forza guardiamo alla vita.