Lupi solitari, obiettivi non ritenuti sensibili e attacchi improvvisi. E’ una strategia realmente voluta?
C’é un fattore che accomuna le recenti stragi dell’Inland Regional Center di San Bernardino, California, del Pulse Club di Orlando, Florida, e altri episodi minori, fortunatamente non aventi il medesimo bilancio di sangue: lo spontaneismo armato finalizzato al terrorismo.
La Jihad del terzo millennio ha ampiamente dimostrato quanto sia importante il web come luogo di incontro, reclutamento e formazione (attraverso la propaganda e i corsi on-line) degli aspiranti terroristi non aventi la possibilità di recarsi nei territori sottoposti al dominio del Califfato (e di altre organizzazioni).
Tuttavia, gli episodi sopra citati sembrano dimostrare un’altra dinamica in atto, quasi maggiormente pericolosa degli attacchi organizzati come quelli visti al Bataclan di Parigi e all’aeroporto di Bruxelles: l’azione di lupi solitari, probabilmente senza un mandato specifico da parte dell’organizzazione alla quale giurano fedeltà, in questo caso lo Stato Islamico. La pericolosità é costituita dall’alto tasso di imprevedibilità di queste azioni sanguinarie, in quanto risulterebbe estremamente difficile individuare o monitorare movimenti sotto traccia (sul web o nella vita reale) tali da far comprendere l’imminenza di un’attacco, spesso scaturito da un momento di follia.
Lo spontaneismo armato di tipo terroristico, poi, troverebbe attuazione nel Paese in cui l’accesso alle armi pesanti é libero, come negli Stati Uniti d’America. Chiunque, al giorno d’oggi, potrebbe acquistare armi e commettere un atto di violenza senza che nessuno possa prevedere e prevenire quando e come possa accadere. Certo, il monitoraggio sul web é sicuramente uno strumento utile per mappare i possibili sospetti, ma l’insieme degli elementi presi in considerazione restano una minaccia possibilmente ancopr più grave delle azioni pianificate e messe in atto da soggetti già addestrati sul campo.
A fare da cornice a questo quadro allarmante, é la posizione assunta dal Califfato Islamico a seguito degli ultimi attentati. Proprio nelle circostanze in cui ad agire sono state una o due persone, la rivendicazione ufficiale si é registrata a distanza di molte ore, a differenza di quanto accaduto in Belgio negli altri attentati. Per quale motivo?
La risposta più probabile andrebbe ricercata nell’attuale situazione in cui versa l’ISIS.
Una delle politiche adottate da Al-Baghdadi e dai suoi uomini é stata quella di organizzare e mettere a segno attentati al di fuori del territorio di appartenenza, specialmente in Europa, al fine di dimostrare come la rete capillare dei sostenitori e dei jihadisti fedeli al Califfo sia in grado di colpire ovunque, aumentando in tal modo il proprio prestigio sulle altre organizzazioni terroristiche e attirando, di conseguenza, un maggior numero di volontari e di finanziamenti.
Nelle ultime settimane, le offensive dell’esercito iracheno, di quello siriano e delle milizie curde, supportate dall’aviazione statunitense, hanno messo in seria crisi le difese dello Stato Islamico, specialmente nelle zone di Mosul, Raqqa e Falluja. Questo momento di debolezza rischia di minare dall’interno la coesione dei jihadisti in loco, oltre che di “danneggiare” l’immagine dell’ISIS all’estero nei confronti sia dei sostenitori sparsi per il mondo, sia delle altre organizzazioni rivali.
Pertanto, anche rivendicare un’azione realizzata da persone non investite da specifico mandato, permette di riaffermare una sorta di leadership all’interno del contesto in cui si opera, nonostante non vi sia stato alcun supporto operativo, bensí basandosi sul fatto di aver ispirato tali gesti.
La lotta contro questo fenomeno, dunque si presenta più ardua e di difficile interpretazione rispetto agli schemi già registrati e conosciuti dalle autorità.
Luca Tritto