Skip to main content

Perché l’Italia è un Paese spremuto

Gli italiani stanno aumentando i propri investimenti all’estero a una velocità ben superiore a quella con cui accumulano saldi attivi della bilancia commerciale.

Il conto finanziario della bilancia dei pagamenti, che riguarda principalmente gli investimenti diretti e quelli di portafoglio, mostra ormai da due anni un andamento del saldo attivo progressivamente crescente.

Sempre più spesso, il saldo finanziario è superiore rispetto a quello del conto corrente, che riguarda invece i movimenti di merci, servizi e redditi.

Già nel 2014 il saldo del finanziario era stato positivo, di ben 46 miliardi di euro: di questo ammontare, quindi, il flusso degli investimenti italiani all’estero ha superato quello dei non residenti in Italia. Nello stesso anno, il conto corrente ha mostrato un saldo attivo di 31 miliardi (+49 per merci, -0,5 per servizi, -17 per redditi primari e secondari). Il saldo negativo della componente redditi secondari (che in passato erano classificati come “trasferimenti”) deriva dal fatto che l’Italia paga all’estero, al di là delle rimesse degli immigrati (circa 6 miliardi di euro l’anno), interessi e dividendi per un ammontare ben superiore rispetto a quanto incassa dall’estero allo stesso titolo.

Nei dodici mesi terminanti a marzo 2016 il saldo di conto corrente si è attestato a 37,5 miliardi di euro (2,3 per cento del PIL), da 31,9 nello stesso periodo dell’anno precedente; vi ha contribuito soprattutto l’aumento del surplus delle merci, che ha raggiunto i 53,9 miliardi. Ha segnato un saldo positivo di 14,4 miliardi.

Nei dodici mesi terminanti a marzo il saldo degli investimenti di portafoglio dell’Italia ha registrato acquisizioni nette di attività sull’estero per 118,9 miliardi. Nel mese di marzo vi sono stati acquisti netti di titoli di portafoglio esteri da parte dei residenti per 16,3 miliardi (in larga parte titoli di debito); gli investitori esteri hanno effettuato investimenti netti in titoli di portafoglio italiani per 29,0 miliardi, concentrati nella componente dei titoli pubblici (30,6 miliardi).

(Pubblicato su Teleborsa)


×

Iscriviti alla newsletter