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L’Italia di Matteo Renzi e quella di Antonio Conte

E’ proprio strano, il mondo italico. Basta una vittoria “impossibile” della Nazionale per migliorare l’umore di buona parte degli italiani, almeno di quei 15 milioni che, lunedì sera, erano spiaccicati davanti ai teleschermi RAI e SKY.
Conte ha nel suo “DNA” la stigmate del lavoratore indefesso, del dittatore calcistico che trasforma i “cenerentoli pedatori” in principi azzurri, non con la bacchetta magica o con il bacio del rospone, ma solo con il culto del lavoro, del sacrificio, delle azioni ripetute e straripetute, fino alla noia, anzi fino all’automatismo dell’atto pedatorio.
Giaccherini e C. hanno abbattuto il Belgio, ma la mèta è ancora lontana. Quindi, profilo basso e pedalare. Venerdi’ è una nuova prova, cruciale per verificare se questa “ex-italietta” si è trasformata in una “Signora Italia”.
Strano il mondo. Da un lato, il rottamatore (Renzi) che sta esaurendo la sua spinta innovatrice, perché ha sbagliato i tempi ed i modi della sua azione politica. Tempi, perché ha cacciato Letta convinto di poter sfruttare la ripresa economica, solo apparente, purtroppo per Lui e per Noi.  I modi, perché  si è circondato di personaggi mediocri, per larga parte. Dimostrando che la toscanità non si identifica sempre con eccellenza tecnica ed operativa. Nel frattempo Lui, il Renzi, continua ad alzare le poste in gioco, preannunciando disastri immani – per l’Italia- se ad Ottobre non vincesse il sì.
Ma, se vincerà il si, ci toccherà tenercelo per altri 15 anni,almeno.
Dall’altra parte, Conte. Un allenatore antipatico, gia’ sul piede di partenza per la perfida Albione. In partenza, ma così cocciuto da aver messo tutte le sue energie e la sua intelligenza per trasformare una nazionale “debole e fiacca” (lo dicono i risultati degli ultimi mondiali e degli ultimi europei) in un gruppo compatto, omogeneo, disposto al sacrificio, prima di accettare la sconfitta.
In soldoni. E’ la solita storia dell’Italia, medioevale, comunale, monarchica e repubblicana. Di quell’Italia che – quando si impegna e lavora – ottiene risultati impensabili. In tutti i campi: salute, costruzioni, informatica, tecnologia. Quell’Italia che Renzi non ha saputo capire e motivare, abbagliato come era e come e’ dai potentati confindustriali e non. Quell’Italia che Conte, nel suo piccolo, ha rimesso in piedi. Non solo per una partita, speriamo !
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