La settimana prossima, il presidente Barack Obama “esordirà” nella campagna elettorale Usa 2016 al fianco di Hillary Clinton: il 5 luglio, a Charlotte, North Carolina, i due faranno il primo comizio insieme. Obama, che ha dato il suo endorsement all’ex first lady, doveva già essere sul palco con lei il 15 giugno a Green Bay in Wisconsin, ma la strage di Orlando il 12 giugno ha suggerito un rinvio.
Se Hillary ha dalla sua Obama, il suo rivale Donald Trump va sui pesi massimi: fonti di stampa ipotizzano una presenza alla convention repubblicana di Mike Tyson, l’ex campione che è amico del magnate, ma la cui immagine è macchiata da atti di violenza sportivi e comuni – l’ipotesi non è però stata confermata – .
Certo, invece, che la lobby delle armi, la potente National Rifle Association, faccia campagna per lo showman, con uno spot che ha come tema l’uccisione a Bengasi, nel settembre 2012, dell’ambasciatore degli Usa in Libia Chris Stevens e di tre marines – allora, Hillary era segretario di Stato – .
Il video di 30 secondi, costato due milioni di dollari, si intitola “Stop Clinton, Vote for Trump” e ha come protagonista Mark Geist, veterano dei Marines e agente di sicurezza, presente a Bengasi. “Molte persone dicono che non voteranno a novembre perché il loro candidato non ha vinto – dice Geist, camminando in un cimitero – . Io conosco persone che ugualmente non voteranno. Hillary presidente? No grazie, ho combattuto a Bengasi. I miei amici non ce l’hanno fatta. Loro hanno fatto la loro parte. Fai la tua”.
Intanto, un sondaggio della Quinnipiac University indica che la candidata democratica ha solo due punti di vantaggio sullo sfidante repubblicano, 42 a 40 per cento, un margine inferiore a quelli attribuitile dagli altri recenti rilevamenti.
I dati confermano la sfiducia degli elettori nei confronti di entrambi i candidati: i tre quinti pensano che nessuno dei due sarà un buon presidente e ritengono che la campagna stia aumentando i livelli d’odio e pregiudizio nell’Unione. Fra quanti la pensano così, il 67 per cento ne dà la colpa di Trump, il 16 per cento a Hillary.