I candidati alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, hanno prima reagito in modo cauto e composto alla strage di Orlando, la più grave nell’elenco infinito delle sparatorie che costellano le cronache degli Usa. Ma, nonostante l’episodio si collochi al bivio tra integralismo e omofobia e non ne sia ancora chiara la matrice, Trump s’è poi lanciato in un crescendo d’accuse e attacchi fino a chiedere le dimissioni del presidente Barack Obama e il ritiro della Clinton se non avessero denunciato l’integralismo islamico.
In segno di rispetto per le vittime, il presidente e la candidata “in pectore” democratica hanno deciso di rinviare la loro prima sortita elettorale insieme dopo l’endorsement di Obama alla Clinton, fissata nel Wisconsin mercoledì 15. La stampa, intanto, registra, un fenomeno finora sconosciuto, la corsa all’iscrizione alle liste elettorali dei cittadini americani di fede islamica: un gruppo minoritario, che restava spesso avulso dalla vita politica del proprio Paese, mostra l’intenzione di partecipare, sollecitato dalla prese di posizione anti-Islam di Trump.
Dopo la strage di Orlando, dove un cittadino americano di origine afghana, un giovane di 29 anni, sospettato di legami con l’integralismo, ha ucciso 50 persone e ne ha ferite 53, facendo irruzione armato in una discoteca frequentata da omosessuali, la Clinton al mattino ha scritto su Twitter: “Mi sono svegliata con la devastante notizia dalla Florida. In attesa di ulteriori informazioni, i miei pensieri vanno alle persone colpite da questo orribile atto”; e Trump a sua volta ha scritto: “Sparatoria davvero terribile. La polizia sta indagando su possibile terrorismo. Molte persone uccise e ferite”. E’ pure intervenuto il senatore democratico Bernie Sanders, che ha definito la sparatoria “orribile” e “inimmaginabile” e ha espresso la speranza che i feriti possano riprendersi.
Più tardi, con un riflesso elettorale, la Clinton s’è rivolta alla comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali): “Avete milioni di alleati nel nostro Paese e io sono fra quelli. Continueremo a difendere il vostro diritto di vivere liberamente e apertamente senza paure. L’odio non può aver alcuno spazio in America”. Hillary ha anche ripreso la sua posizione favorevole a introdurre controlli sulla vendita delle armi: “Via le armi dalle mani di terroristi e criminali”.
Con analogo riflesso elettorale, Trump ha invece sostenuto che la strage gli dà “ragione sull’allarme contro il radicalismo islamico”. “Ma non voglio congratulazioni per aver avuto ragione. Voglio maggiore durezza e vigilanza e dobbiamo essere più svegli”. E, in un altro tweet, ha affermato – cosa non suffragata al momento da testimonianze – che il killer di Orlando gridava “Allah è grande” mentre compiva il massacro.
E dopo che il presidente aveva parlato con equilibrio e commozione, senza sbilanciarsi sulla matrice della strage e chiedendo agli americani di “non arrendersi alla paura”, Trump lo ha attaccato per non avere neanche menzionato il “radicalismo islamico” nella sua condanna di quanto avvenuto. “Alla fine il presidente userà le parole ‘terrorismo islamico radicale’? Se non lo farà, si dovrebbe dimettere immediatamente”, ha scritto lo showman su Twitter. E, all’insegna del “basta con il politicamente corretto”, ha pure invitato la Clinton a rinunciare alla candidatura.