Quanto conta un’esperienza di studio e tirocinio nella Silicon Valley prima di lanciare la propria start up? In molti casi è il passo decisivo per passare dall’idea all’impresa, come sottolineano i giovani che hanno preso parte al programma bilaterale Italia-Usa Best (Business Exchange and Student Training). Best seleziona e premia ragazzi e ragazze italiani sotto i 35 anni dando loro una borsa di studio che permette di entrare nell’ecosistema imprenditoriale italiano e statunitense per lanciare e far crescere la propria start up.
L’IMPEGNO ITALIA-USA
I risultati di Best (sette edizioni e il miglior track-record di successi nel suo settore) sono stati illustrati in un evento tenutosi a Roma a Villa Taverna, la sede dell’ambasciatore americano. Infatti, dello Steering Committee di Best fanno parte l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John R. Phillips, Fernando Napolitano, Ceo della Italian Business & Investment Initiative e presidente di Best, Domenico Arcuri, Ceo di Invitalia (implementing partner per l’Italia del programma), gli ex ambasciatori americani nel nostro paese David H. Thorne e Ronal P. Spogli e una serie di Ceo italiani.
I NUMERI
Nelle 7 edizioni tenutesi finora, sono 63 i vincitori della borsa di studio per la frequenza di corsi intensivi in Entrepreneurship e Management con tirocinio presso aziende negli Stati Uniti. I vincitori arrivano da 16 regioni italiane (con in testa Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Lazio) e hanno realizzato 37 start up hitech nel nostro paese, fatturando complessivamente 9,5 milioni di euro. Sono invece 30 i milioni di euro investiti da investitori internazionali in queste start up, con un apporto chiave dei fondi Usa; 320 i posti di lavoro creati.
COME FUNZIONA
Al programma si partecipa rispondendo a un bando: occorre essere cittadini italiani (sotto i 35 anni) in possesso di Laurea triennale o Laurea vecchio ordinamento o Laurea Magistrale o Dottorato di ricerca oppure studenti di Dottorato di Ricerca. Best è aperto anche a chi sta effettuando studi relativi all’arte, al fashion e al design, non solo a chi si specializza in materie tecnologiche e scientifiche.
I vincitori si aggiudicano una borsa di studio che si articola in tre moduli: education, training on the job e mentoring. In pratica, si frequentano corsi di imprenditoria presso l’università di Santa Clara, nella Silicon Valley, si svolge un tirocinio in una start up americana, poi si rientra in Italia e si fa un percorso di mentoring di sei mesi per creare la propria start up in Italia.
Il programma è finanziato da aziende, istituzioni e le Regioni d’Italia, che possono utilizzare il Fondo Sociale Europeo per l’Imprenditoria (FSE).
LA LEZIONE DELLA SILICON VALLEY
La Silicon Valley è il sogno dei giovani pieni di idee e talento, che vogliono creare qualcosa di nuovo, “sfondare”. La realtà però non è mai uguale ai sogni. Alcuni dei partecipanti al Programma Best 2015-16 intervenuti al ricevimento dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John R. Phillips, che hanno illustrato il loro progetto imprenditoriale e la loro esperienza nella culla hitech della California, hanno chiarito bene il “prima e il dopo”: partiti con un’immagine quasi “ingenua” del creare una start up tecnologica a partire da una brillante intuizione, hanno presto capito che non si è gli unici ad avere le buone idee, che la Silicon Valley è non a caso l’hub dell’hitech e la concorrenza è serrata, come ha spiegato Matteo Cadeddu, creatore di Musiphany, piattaforma e applicazione che mette in contatto gli artisti emergenti tra loro e con il pubblico, le case discografiche e le web radio e Tv.
DALL’IDEA AL BUSINESS
Non solo l’idea deve essere originale: è il modello di business che deve funzionare. “Abbiamo guardato questo aspetto con occhi nuovi”, ha affermato Paolo Stufano che ha sviluppato Eggplant, tecnologia per il riuso delle acque di scarico per realizzare biopolimeri e altri prodotti hitech non inquinanti. “Capire come diventare redditizi è un passo importante”.
Non a caso Gianluca Mauro, ingegnere ambientale che ha creato la Ecological app per rendere gli edifici più efficienti sul piano energetico, ha sottolineato che il suo sistema è già in fase di test in un’univeristà della California e che spera di ottenere presto i primi contratti.
Fare impresa, trovare partner, produrre utili, sfruttare e moltiplicare le opportunità: è questa la mentalità da riportare in Italia. E l’Italia col suo patrimonio artistico ha sicuramente ispirato Nicolò Valigi, ideatore della Platform for Museums che usa la realtà virtuale per permettere ai musei di offrire ai visitatori guide personalizzate e più accattivanti per l’utente. “Avevo un’idea, ma negli Stati Uniti ho capito come si costruisce un’impresa, come si entra in un ecosistema”, ha detto Valigi. Insomma “il lavoro che si deve fare dietro le quinte”.