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Enel e Telecom, ecco mosse e contromosse sulla banda larga

Di Michele Arnese e Valeria Covato
tim

Continuano le stilettate dirette e indirette fra Telecom Italia ed Enel. Oggetto del contendere? Il piano per la diffusione della banda larga in Italia. E in particolare l”offensiva del gruppo Enel che punta con Metroweb, attraverso la neonata società Enel Open Fiber affidata a Tommaso Pompei, a fare da perno con l’avallo del governo e della Cassa depositi e prestiti nel programma per la posa della fibra ottica. Ma sullo sfondo già si intravvede come le authority stiano scrutando il campo, pronte a intervenire per fischiare eventuali “falli” di concorrenza sleale o di interessi incrociati da chiarire e da limare.

Così mentre la scorsa settimana c’è stata la pubblicazione del primo bando di gara per costruire le infrastrutture in sei regioni e da qualche giorno può contare su un portale online dal quale è possibile monitorare lo stato della rete e gli sviluppi in vista degli obiettivi 2020, le frizioni tra il gruppo presieduto da Giuseppe Recchi e guidato dall’ad Flavio Cattaneo con il gruppo energetico presieduto da Patrizia Grieco e capitanato dall’ad, Francesco Starace, ha fatto segnare la scorsa settimana altri passi in avanti. Andiamo con ordine.

LE NOVITÀ DALL’ANTITRUST

A vigilare sui rapporti concorrenziali tra Tim ed Enel nella realizzazione della rete in fibra ottica ci penserà l’Antitrust, alla quale recentemente ha fatto più volte appello il gruppo capeggiato da Cattaneo proprio per disciplinare il mercato nell’ipotetica assenza ormai di una situazione di monopolio, chiedendo parità di trattamento con l’operatore energetico. “L’Antitrust continuerà a vigilare per assicurare che questo nuovo dinamismo sia basato su una concorrenza che produca innovazione e che nessun attore (neppure quelli nuovi) ricerchino vantaggio sfruttando qualche forma di sussidio incrociato”, ha detto Pitruzzella nella relazione annuale dell’Antitrust. “Nel contesto che si è tratteggiato”, ha aggiunto il Garante del mercato, “sta tramontando definitivamente la possibilità di costruire una rendita di posizione sulla proprietà della rete in rame, con la conseguenza che si è aperta la strada a una concorrenza basata sull’innovazione”.

LA SODDISFAZIONE DI RECCHI

L’attenzione posta dall’Antitrust al pericolo di sussidi incrociati nella realizzazione della banda ultralarga non poteva che trovare la soddisfazione dei vertici di Telecom: “È l’aspetto più importante” della relazione ha detto il presidente Recchi. L’Antitrust, ha proseguito, “punta a livellare il campo di gioco per evitare benefici incrociati ed il riferimento chiaro è all’Enel. Siamo una società che vive di concorrenza ed è importante che le regole siano uguali per tutti”.

LE RICHIESTE DI TELECOM AD ENEL

Ma Tim non si è rivolta solo alle autorità affinché vengano rispettati i propri diritti. È andata a bussare direttamente alla porta di Starace, come evidenzia uno scambio di lettere rese note da Aldo Fontanarosa su Repubblica risalenti al periodo tra aprile e maggio scorsi, in cui Tim chiede di conoscere i dati di Enel sui 360 Comuni che saranno raggiunti dalla banda larga dell’operatore elettrico. Per farlo Tim ha fatto appello alla legge 287 del 1990 sulla concorrenza la quale stabilisce che una società deve mettere a disposizione i propri “beni e servizi” ai concorrenti quando entra con una società controllata in un settore nuovo.

“In pratica Tim utilizza la legge esistente per complicare il lavoro di Enel, che ha giustamente deciso di farle concorrenza in un campo – quello della banda larga – in cui il paese, con qualche responsabilità di Tim medesima, registra ritardi notevoli”, ha scritto in un intervento su Formiche.net il senatore del Pd Salvatore Margiotta, che ha presentato un emendamento per abrogare il comma 2 quater dell’art.8 di tale legge in quanto norma “ampiamente superata dalla disciplina regolamentare delle essential facilities, e comunque unica nel panorama europeo, che ha l’effetto distorsivo di costringere il concorrente più debole, perché entra in un settore, a mettere a disposizione del concorrente più forte, il proprio asset”.

La risposta di Enel Distribuzione alla missiva di Tim? Enel Open Fiber non ha “il dettaglio delle informazioni” che Tim richiede. Per di più, avrebbe obiettato la società di Starace secondo Repubblica, gli indirizzi delle case dove saranno sostituiti i contatori “non sono utili per gli interventi” che Tim intende effettuare.

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