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Tutti i dettagli sulla strage di Orlando firmata Isis

(AP Photo/Phelan M. Ebenhack)

Almeno 50 morti e 53 feriti. E’ questo il bilancio provvisorio della sparatoria avvenuta questa notte negli Stati Uniti, più precisamente nella zona centrale di Orlando, in Florida. L’autore della strage avvenuta in locale gay frequentato fino a tarda notte, il Pulse, sarebbe Omar Saddiqui Mateen, classe 1986, ed è americano, originario della città Port St. Lucie, in Florida, ma figlio di genitori afgani.

Per molte ore, dopo la strage, si sono susseguite teorie e notizie sul movente che avrebbe spinto il 29enne a compiere l’atto. Fino a che, intorno alle 20:30 ora italiana è giunta la rivendicazione dello Stato Islamico: «L’attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico», si legge nel testo della rivendicazione pubblicato dall’agenzia A’maq e diffuso su Twitter da Site Group.

Rita Katz, direttrice di Site, già qualche ora prima fosse resa nota la rivendicazione aveva pubblicato su Twitter le foto dell’attentatore, spiegando come i jihadisti avessero celebrando la strage come il «miglior regalo per il Ramadan», twittando frasi del tipo: «Possa Allah accettare l’eroe che ha ispirato altri a compiere atti simili».

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LA DINAMICA DELL’ATTACCO

Secondo la ricostruzione delle autorità locali, l’uomo avrebbe fatto irruzione nel club cominciando a sparare all’impazzata. La sparatoria, secondo quanto riferisce il sito della Bbc, sarebbe iniziata intorno alle 2:00 ora locale (le 8:00 di questa mattina in Italia). Stando a quanto riportato dal New York Times l’uomo ha iniziato a sparare dentro al locale, poi c’è stata una sparatoria all’esterno fra l’assalitore e un poliziotto, e successivamente l’uomo è tornato dentro, prendendo alcune persone in ostaggio.

L’INTERVENTO DELLA POLIZIA

È seguita, poi, un’altra sparatoria durante la quale gli agenti hanno ucciso l’uomo. «Il killer è morto», ha fatto sapere poco dopo la polizia via Twitter.

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Verso le 2:00 del mattino ora locale, presumibilmente poco dopo l’inizio della sparatoria, i gestori della pagina Facebook del Pulse hanno pubblicato un post in cui esortavano tutti i presenti a uscire dal locale e «continuare a correre». Poco dopo la polizia locale ha invitato i residenti a stare lontano dalla zona e a non chiamare i loro uffici.

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Le riprese video condivise sui social network mostrano decine di mezzi di soccorso sul posto e i feriti sui marciapiedi. Un uomo, che si trovava all’interno del club, ha riferito di avere sentito la gente gridare e che altri nella discoteca erano morti.

“UN ATTACCO TERRORISTICO DOMESTICO”

Il capo della polizia di Orlando fin dal primo momento non aveva escluso che l’attacco potesse essere il frutto di «un atto di terrorismo domestico» e che il killer – si legge sul Los Angeles Times –, che non era originario di Orlando, potesse avere legami con ideologie estremiste. L’uomo era armato con una pistola ed un fucile e portava con sé un dispositivo non identificato. Durante le operazioni, la polizia ha fatto esplodere un oggetto sospetto trovato fuori dal locale. Un congegno esplosivo è stato trovato anche addosso al killer. Lo ha detto la polizia, che parla anche di un secondo possibile ordigno nell’auto dell’uomo.

«Si tratta di una tragedia per nostra comunità. Ci sono diversi morti, almeno 20. E 42 persone sono state trasportate in ospedale. Abbiamo tratto in salvo 30 persone», ha dichiarato John Mina, sceriffo della contea di Orange County in una conferenza stampa che si è tenuta alle prime luci dell’alba.

LE TESTIMONIANZE RACCOLTE DAL LOS ANGELES TIMES

Secondo le testimonianze raccolte dal Los Angeles Times la sparatoria si è protratta per vari minuti, almeno «la durata di un intero brano», racconta un sopravvissuto. Javer Antonetti, 53 anni, è scappato dal club con il fratello. «Gli spari sono stati tanti, almeno 40», ha detto. L’uomo dice di non essersi reso conto di come il killer sia riuscito a entrare e di quanta gente è stata raggiunta dai colpi di arma da fuoco.

Un’altra testimone, Rosie Feba, racconta che è stata una sua amica ad avvertirla che qualcosa stava succedendo, che aveva udito degli spari: «Mi ha detto che qualcuno stava sparando. Tutti erano stesi sul pavimento», ha spiegato la donna. «Non ho pensato potesse essere vero, ho pensato che facesse fossero effetti sonori, parte della musica di sottofondo, fino a quando nel buio ho visto il bagliore dei colpi di pistola».

ENNESIMA NOTTE DI SANGUE AD ORLANDO

La sparatoria di stanotte rientra già a pieno titolo come una delle più sanguinolente della storia americana ed è coincisa con la settimana del LGBT Pride.

Solo venerdì sera, sempre ad Orlando, un ex concorrente del talent show “The Voice”, la cantante Christina Grimmie, 22 anni, è stata uccisa dopo un concerto mentre firmava alcuni autografi ai suoi fan. L’uomo che le ha sparato si è suicidato mentre i presenti cercavano di disarmarlo.

 



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