Con queste elezioni amministrative si aprono scenari nuovi e inediti. Alcuni non si aspettavano proprio questi risultati, nel bene o nel male. Iniziamo col dato allarmante dell’astensionismo. Tutti ne parlano, nessuno però in realtà se ne interessa più di tanto. Eppure questo aumento continuo di disaffezione tra cittadine e cittadini è pericoloso per la democrazia stessa. Per la tenuta delle istituzioni democratiche e per la coesione sociale.
Astensionismo e brutta politica
Se le cittadine e i cittadini si ritirano dalla vita pubblica, ossia, si rifiutano di partecipare al bene comune – e votare e scegliere un’amministrazione è parte fondamentale di questo impegno; allora stiamo assistendo a un processo drammatico di sfilacciamento del tessuto politico e sociale, non più solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Nello spazio politico della prossimità tra cittadine/cittadini e rappresentanti. Un dramma senza sé e senza ma. Un fallimento per la Politica con la “p” maiuscola, e un successo, invece, per quella con la “p” minuscola. Perché?
Semplice: perché in un circuito in cui ci sono interessi particolari da difendere, è interesse dei gruppi in gioco di avere meno partecipazione per controllare meglio il voto. Per questo è imperativo che la popolazione capisca che il loro non partecipare non fa altro che aiutare e sostenere non coloro che lottano per una causa giusta e che vorrebbero cambiare le cose come loro, ma gli altri. Quelli che hanno interesse a che tutto resti esattamente così come è. Fate un favore a quelli che tanto disprezzate. Alzatevi dalla poltrona e andate a votare!
Logica del voto
Molti comuni andranno al ballottaggio. Per il Partito Democratico è stato un risultato generalmente negativo. Il rischio di perdere, oltre a Napoli, anche Roma è stato alto. A Milano Parisi e Sala sono arrivati praticamente a un pareggio. A Torino Fassino ha fatto bene, ma poteva fare meglio. A Bologna Merola ha deluso. Si tratta di un problema serio per il partito attualmente azionista di maggioranza del Governo. Anche perché Matteo Renzi si è speso in prima persona. Brucia in particolare la perdita di Napoli. Adesso inizia la rincorsa alla raccolta di voti utili e molti partiti stanno commettendo gli stessi errori del passato. C’è come l’idea che i voti dati dalle cittadine e dai cittadini siano di proprietà del partito. Non si parla di un sacco di patate da poter cedere o tenere, da sezionare o suddividere come meglio pare e piace. C’è dietro anche una totale assenza di rispetto per l’intelligenza delle elettrici e degli elettori. La scelta del candidato preferito al ballottaggio sarà una scelta individuale. Fatta nel segreto dell’urna. Difficilmente una comunità sfiduciata e poco attiva si farà dire cosa fare da un leader politico qualsiasi. Molto probabilmente, e questa è solo una speculazione, una buona parte di chi è andato a votare al primo turno non andrà al secondo. Si mobiliteranno in gran parte i più attivi, come è sempre stato, e la differenza la faranno le elettrici e gli elettori delle liste civiche. A livello di schieramenti politici, difficilmente la destra appoggerà i candidati del centrosinistra contro il M5S. Come suggerisce e auspica Rondolino su L’Unità. Anche qua, non si è capito niente di quello che è successo in Italia negli ultimi anni. Queste miscele hanno stufato. Non c’è più distinzione netta tra chi propone una visione e chi un’altra. Si vuole spingere verso questo centro informe che mette insieme tutto e il suo contrario, ma le persone si sono stufate e lo hanno dimostrato in modo assai chiaro.
La comunicazione, che dramma!
Un’ulteriore questione è il modo in cui è stata gestita la campagna elettorale dai vari partiti e di come tutt’ora viene gestita. Il PD, in particolare, sta facendo leva su questioni di “pancia” e paradossalmente stimolerà una parte di elettorato di centro-destra che si era astenuto o che ha votato al primo turno ma che pensava di astenersi, di partecipare e votare contro. La propaganda in atto a Roma, sulle olimpiadi, rasenta il ridicolo. I contenuti del programma, la gestione della città e dei suoi problemi, sono altra cosa. Una campagna elettorale fatta contro l’avversario, per difetto rispetto al programma dell’avversario denota assenza di idee e debolezza profonda. Le persone se ne accorgono, non sono sciocche. Sulle olimpiadi poi, sarebbe meglio per Roma non averle, ma in general per nessuna città italiana. Gli accordi che l’ente gestore pretende sono un rischio enorme per la tenuta economica di una qualsiasi città. Non a caso Berlino ha bocciato con un Referendum la proposta del governo della città, e la Svezia non si è nemmeno posta il problema, ha detto no in partenza. I costi sarebbero insostenibili e la città ne risentirebbe notevolmente. Sarebbe meglio sapere quali sono le proposte concrete per risolvere i gravi problemi della città. Lo stesso vale a Milano, Torino e Bologna. Una propaganda all’attacco, svuotata di contenuti e basata, esattamente come fanno i partiti come Lega e Fratelli d’Italia sulla demonizzazione dell’avversario e del solleticamento delle pance delle elettrici e degli elettori. Francamente ci aspettiamo qualche cosa di più.
Se poi arriviamo al lanciafiamme…
E poi c’è l’intervista di Matteo Renzi con la Gruber, dove dice che userà il lanciafiamme contro le minoranze del suo partito. Complimenti per la sobrietà di linguaggio e per questa dimostrazione di grande volontà di stare uniti, di collaborare e di capire i propri errori. Un modo davvero singolare di arrivare uniti e felici ai ballottaggi. Questo modo di fare tradisce un forte nervosismo: ma il Premier ha già detto che in caso di sconfitta nei ballottaggi, il Governo è al sicuro. Ha messo le mani avanti.