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Buona fortuna a Virginia Raggi e Chiara Appendino

Fare l’analisi del sangue al voto che ha sancito la Brexit (giovani contro vecchi, ricchi contro poveri, colti contro ignoranti) è un esercizio che lascia il tempo il trova. Il popolo ha deciso, e le decisioni del popolo vanno sempre rispettate (e soprattutto attuate: vero, Boris Johnson?). Non si può pretendere, tuttavia, che vengano anche apprezzate da chi non le condivide.

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Referendum costituzionale: vincerà il sì, vincerà il no? Per Emanuele Severino, l’iperfilosofo del “dove c’è essere non può esserci divenire”, nessuno dei due (Corriere della Sera, 26 giugno). Infatti, vincerà sempre e solo la tecnica (di cui sono servi il diritto e la scienza, l’economia e la politica). Poi si meravigliano se il popolo punisce le élite.

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Un mio amico, Valeriano Giorgi, che è stato un dirigente di spicco della Cgil, mi ha ricordato quanto sosteneva uno straordinario giornalista purtroppo scomparso, Giuliano Zincone: l’Italia diventerà un Paese civile quando nessuno parcheggerà più in seconda fila. L’affermazione è solo in apparenza paradossale, perché racconta una cruda verità. Quanti sono gli italiani che si attengono sempre alle regole, piccole e grandi? Quanti sono cioè i nostri concittadini che non evadono le tasse, non gettano d’abitudine i rifiuti per terra, non chiedono favori né li concedono, non passano con il semaforo rosso, non si fanno mai raccomandare, esigono lo scontrino al bar, non pagano in nero i professionisti, dal dentista all’idraulico e così via? Sono una maggioranza o una minoranza? Lascio a chi legge la risposta. Quella del M5S è nota: i peccatori e i rei sono solo i politici, che corrompono subdolamente una società civile incontaminata, in cui regnerebbe l’onestà e la legalità se solo i cittadini comuni prendessero il loro posto. Buona fortuna, allora, a Virginia Raggi e a Chiara Appendino.


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