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Vola l’export del distretto biomedicale emiliano

Sono passati quattro anni dal sisma che ha coinvolto 60 Comuni emiliani, tra cui quello di Mirandola in provincia di Modena. Sede di un importante distretto biomedicale, conta oltre 100 aziende specializzate nella produzione di dispositivi medici quali apparecchiature e prodotti monouso per applicazioni terapeutiche. Il distretto occupa circa 4.900 risorse umane, per un volume d’affari stimato di circa 1 miliardo di euro.

Lo scorso 27 maggio nella sede del Comune, imprese ed istituzioni hanno voluto fare il punto sulla ricostruzione post sisma partendo proprio dal settore biomedicale. L’occasione è stata quella del convegno “Distretto biomedicale, economia della ricostruzione” che ha visto la partecipazione anche del presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini.

Dall’incontro è emerso come la ricostruzione post sisma abbia non solo garantito il mantenimento e lo sviluppo delle imprese danneggiate e ricostruite ma che proprio il settore biomedicale continua a rappresentare un’eccellenza. Il settore è stato in grado di attrarre importanti investimenti esteri e al tempo stesso di contribuire all’export. Infatti, nel 2015 ha segnato un +29,1% per l’export, dato addirittura superiore a quello registrato prima del sisma del 2012.

Il Presidente Bonaccini ha dichiarato come la Regione debba “mettere a disposizione velocemente, come stiamo facendo, i fondi europei della programmazione 2014-2020, decisivi in particolare per ciò che riguarda il sostegno alla ricerca ed all’innovazione, fondamentale per la qualità di ciò che si produce, per essere competitivi con i territori più avanzati d’Europa del mondo”. A questo proposito Bonaccini ha annunciato 36 nuovi progetti per la ricerca delle imprese nell’area del cratere. Questi nuovi progetti, di cui 7 riguardano il biomedicale e 2 la salute, si vanno ad aggiungere alle altre 107 iniziative progettuali già finanziate con i fondi europei.

Entro il 2020 – ha concluso Bonaccini – porteremo al 100% del territorio dell’Emilia Romagna la banda ultra larga a 30 mega sarà per tutti con un beneficio di competitività per cittadini, Comuni, scuole aree produttive”.



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