Airbnb chiama rinforzi. Sempre più città nel mondo – da San Francisco a Berlino a Parigi – si mostrano ostili verso il servizio di home-sharing: ecco dunque l’idea di formare un comitato speciale di quattro consulenti, scelti tra ex sindaci di grandi città globali, per rendersi le città un po’ più amiche. Non troppo a sorpresa, del gruppo fa parte anche l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli.
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Il nuovo “Mayoral Advisory Board” di Airbnb è formato da Michael Nutter, ex sindaco di Filadelfia, Usa, che è anche il chairman del gruppo; Annise Parker (ex sindaco di Houston, Usa), Francesco Rutelli e Stephen Yarwood (Adelaide, Australia). La speranza della start up da 25 miliardi di dollari, e ormai a quota 100 milioni di utenti nel mondo serviti nelle case affittate con suo sistema di home-sharing, è che le città del mondo approvino legislazioni più favorevoli a Airbnb permettendo ai proprietari di immobili di affittare le loro case a brevissimo termine.
E’ proprio su questo fronte infatti che si combatte la crociata anti-Airbnb: lo Stato di New York per esempio ha approvato norme che prevedono multe fino a 7.500 dollari per chi affitta a utenti di Airbnb; San Francisco ha varato regole anti-home sharing che hanno spinto la start up a fare causa contro la sua città natale. Misure simili sono state varate a Berlino, Parigi, Barcellona: si va dal divieto di affitto dell’intero immobile allo stop agli affitti per periodi di tempo brevi fino a severe disposizioni sulla registrazione sia di chi offre il servizio sia di chi lo riceve.
IL BOARD DI SINDACI E LE ALTRE STRATEGIE
Il Mayoral Advisory Board si riunirà su base trimestrale, incontrando anche il management e lo staff di Airbnb per fornire consigli su come l’azienda può rafforzare le sue alleanze con le città mondiali. Gli ex sindaci passeranno in rassegna le attuali policy di Airbnb per vedere se possono essere migliorate, forniranno il loro parere su iniziative e prodotti esistenti o futuri e in generale “offriranno a Airbnb la loro preziosa esperienza acquisita alla guida di alcune delle più grandi città del mondo”. I quattro sindaci saranno anche testimonial del marchio Airbnb presso sindaci e amministrazioni attuali.
Con obiettivi simili, Airbnb ha già sponsorizzato l’incontro della U.S. Conference of Mayors a Indianapolis a inizio mese. L’anno scorso, inoltre, Airbnb ha assunto Chris Lehane, veterano delle strategie politiche, ora alla guida della public policy della società: il suo compito è interfacciarsi con sindaci e regolatori.
RUTELLI: “DIAMO FORMA ALLE POLICY DELLE CITTA’ DEL FUTURO”
“Come possiamo allargare le opzioni per le persone che viaggiano e per quelli che vogliono ospitare persone nelle loro case? Come possiamo garantire più trasparenza, sicurezza, norme eque nell’ambito dell’home-sharing?”, è la dichiarazione di Francesco Rutelli pubblicata da Airbnb. “Si tratta di grandi progetti che nascono in un periodo in cui centinaia di milioni di viaggiatori scoprono l’universo pulsante delle nostre meravigliose, fragili eppur resistenti, città. Di qui la mia decisione di unirmi a questo advisory board e contribuire a formare le policy del futuro delle nostre città”. A maggio Airbnb aveva organizzato a Roma l’incontro “Fattore sharing: Impatto economico delle piattaforme digitali” cui aveva preso parte anche Rutelli dicendo che “Airbnb genera 3 miliardi e mezzo di Pil in Italia, dobbiamo spingere ancora di più per le zone periferiche a Roma”.
L’ex sindaco (dal 2008 a qualche mese fa) di Filadelfia Michael Nutter ha portato all’approvazione nella sua città di alcune delle più avanzate normative pro-sharing economy, convinto dell’impatto benefico di questo modello e delle start up del settore. Nutter era sindaco di Filadelfia anche durante la visita del Papa, e ha legalizzato i servizi di home-sharing come Airbnb proprio in tempo per quell’evento.
Annise Parker (sindaco di Houston, Texas, dal 2010 al 2016) è stata il primo sindaco apertamente LGBT di una grande città americana (da notare che Airbnb ha da poco assunto anche l’ex procuratore generale Usa Eric Holder come consulente per le politiche anti-razzismo e anti-discriminazione).
L’australiano Stephen Yarwood (sindaco di Adelaide nel 2010-2014), il più giovane Lord Mayor di una grande città australiana, è egli stesso un “host” di Airbnb.
L’UNIONE DI DIECI SINDACI CHE MINACCIA AIRBNB
La strada di Airbnb e delle start up della sharing economy per rendersi città e regolatori amici si preannuncia però in salita. Tre Senatori Usa hanno cercato la scorsa settimana di portare la questione all’attenzione delle autorità federali, chiedendo alla Federal Trade Commission un’indagine a tutto campo su questa industria.
Inoltre a giugno dieci sindaci di città di tutto il mondo, tra cui New York, Parigi, Seul, Toronto, Atene e Barcellona, si sono uniti per trovare linee guida comuni per gestire e regolare le app della sharing economy (non solo Airbnb ma anche Uber e tutti i servizi simili), lavorando insieme per arrivare a una sorta di “manuale delle regole” che valga per tutti.
Finora Airbnb e gli altri servizi hanno cercato di negoziare accordi singolarmente, città per città, ma l’idea di questi sindaci è che si arrivi a un set di norme chiare e condivise su scala mondiale, anche perché le metropoli globali hanno esigenze per buona parte simili. Non esiste ancora un white paper, ma i sindaci si sono già incontrati ad Amsterdam e Parigi ha chiesto che la proposta di regole sia pronta per ottobre.