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Assessorato alle Famiglie, il coraggio di una scelta

image53la neo sindaca di torino, chiara appendino, ha dichiarato di concordare con il suo assessore, marco alessandro giusta, “quando scrive che ‘dire ‘famiglie’ invece di ‘famiglia’ significa smettere di lavorare per un concetto astratto, la ‘famiglia’, e cominciare a farlo per quelle concrete, le famiglie, che hanno davvero bisogno in un momento come questo”.

concordo anche io. è tempo di abbandonare l’astrattezza giacobina per il principio di realtà.

in verità, ma potrebbe essere un pregiudizio il mio, temo che non si sia adeguatamente riflettuto sul fatto che parlare di famiglie, al plurale, non è privo di significato sia sul piano giuridico che amministrativo. vuol dire che il principio da cui muoveranno e che ispirerà le politiche comunali non sarà più l’eguaglianza ma la differenza, che dovrà essere valorizzata e tutelata. perché le famiglie con un solo figlio hanno esigenze diverse da quelle numerose; le famiglie fondate sul matrimonio hanno regole diverse da quelle derivanti dalle unioni civili; le italiane vivificano in una cultura che solo in parte è comune a quella delle tedesche, delle nordiche, delle extracomunitare; le famiglie musulmane hanno peculiarità proprie rispetto alle cattoliche; le famiglie con persone anziane o malati non sono eguali a tutte le altre. e solo la famiglia basata sul “matrimonio” ha riconoscimento costituzionale.

avranno i nostri eroi il coraggio di tradurre le parole in fatti?


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