Il significativo aumento al 38 per cento del debito pubblico detenuto dai non residenti e il loro concorso alla forte diminuzione degli oneri per il suo collocamento sono segni di una migliorata credibilità di sistema nel medio periodo. Altrettanto significativa è la ripresa degli scambi e dei volumi – equity, cartolarizzazioni, attività di advisory, M&A – a sostegno delle imprese italiane dando stabilità al loro finanziamento. È una delle delle conclusioni del VII Rapporto presentato nel corso dell’assemblea annuale dell’Aibe che ha riconfermato Guido Rosa alla presidenza e che ha inviato alcuni consigli al governo Renzi su come sfruttare la Brexit a fini italiani (qui l’articolo di Formiche.net).
SINTESI DELLA RICERCA
I dati sul 2015 che si rilevano dal rapporto confermano una presenza molto significativa e consolidata nel tempo in diversi comparti di attività, presenza che si è mantenuta importante sia nel corso della crisi finanziaria, sia nei mesi più recenti che hanno segnato – in diversi mercati – una ripresa degli scambi e dei volumi (ad esempio nei collocamenti di equity, nelle cartolarizzazioni e nell’attività di advisory su M&A).
RUOLO DEGLI INVESTITORI SUL DEBITO PUBBLICO
Alla fine del 2015, il debito pubblico lordo italiano ha aggiunto l’importo di 2.171,67 miliardi di €, con un tasso di crescita dell’1,7 per cento rispetto al 2014, il più basso tasso di crescita annuo degli ultimi 8 anni. L’ammontare del debito detenuto da non residenti è cresciuto di circa 24 miliardi di € (+ 3,3 per cento su base annua), a 740 miliardi di €, sottolinea Aibe.
Secondo i dati pubblicati da Banca d’Italia nella Relazione Annuale, la domanda estera di titoli del debito pubblico italiano era concentrata nelle scadenze di medio-lungo termine. A fine del 2015, gli investitori stranieri detengono circa il 38% dei titoli del debito pubblico italiano. Il 61% di essi proviene dall’Area Euro (in particolare, Francia, Lussemburgo, Germania e Spagna); altri Paesi rilevanti sono Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Giappone.
IL SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI
E’ proseguito – e in alcuni comparti si è rafforzato – l’interesse degli intermediari esteri nei confronti delle imprese italiane. Nel settore del “Corporate & Investment Banking” la crescita dei volumi e degli scambi ha riguardato soprattutto i prestiti sindacati e le cartolarizzazioni. La dimensione dei diversi comparti resta, tuttavia, quasi ovunque inferiore alle medie pre-crisi.
I prestiti sindacati da emittenti italiani sono stati, nel 2015, pari a circa 77 miliardi di euro (44 nel 2014), con un consolidamento della quota dei soggetti esteri (85 per cento). In particolare le operazioni assistite, congiuntamente, da pool di bookrunner domestici ed esteri sono più che raddoppiate in volume (da 25 a 58 miliardi di €).
Anche il mercato delle cartolarizzazioni (Abs e Mbs) ha visto una sostanziale ripresa: i volumi sono cresciuti da 7,3 a 11,4 miliardi di €. Sebbene la quota dei bookrunner esteri si sia ridotta (dal 91 per cento al 69 per cento), pur restando molto significativa, i volumi da essi intermediati sono comunque cresciuti (+1,2 miliardi di €).
E’ calata la quota dei soggetti esteri nel project finance (dal 41 per cento al 38 per cento), peraltro in un mercato in ulteriore contrazione (meno di 2 miliardi di euro di deal nel 2015). I soggetti esteri sono presenti nella “top 10” dei deal con 5 operatori, i quali concentrano circa i tre quarti dell’intera operatività dei players esteri (548 su 748 milioni di €).
La raccolta complessiva del comparto del private equity e del venture capital è sostanzialmente raddoppiata nel 2015 rispetto al dato 2014 (2,8 miliardi di €).
La dimensione del mercato italiano dell’M&A, stabile rispetto al 2015 (50 miliardi di €), ha visto un rafforzamento della quota di investitori esteri (55 per cento in volume e 35 per cento in numero).
Focalizzando invece l’attenzione sugli intermediari esteri coinvolti nelle operazioni di M&A con ruolo di advisor, si rileva che nel 2015 essi sono stati presenti in operazioni per un controvalore pari a circa il 47 per cento del valore del mercato italiano dell’M&A.
IL MERCATO DEI CAPITALI DI DEBITO E DI RISCHIO
Nel 2015 la partecipazione dei soggetti esteriai mercati dei capitali di debito e di rischio è stata molto elevata.
Le emissioni di strumenti di debito da parte di emittenti italiani, sebbene in calo (105 miliardi €, –16 per cento), hanno visto una stabilizzazione del ruolo dei soggetti esteri. Nell’ultimo decennio la loro quota è stata in media pari al 76 per cento, salita all’80 per cento nel 2015.
Sul mercato dell’equity, il controvalore delle emissioni si è stabilizzato (18,6 miliardi di euro, –4 per cento su base annua). La quota dei soggetti esteri (96 per cento) è stata alimentata soprattutto da operazioni realizzate congiuntamente con banche domestiche (circa 15 miliardi di € di controvalore).
Nelle operazioni di Ipo i soggetti esteri hanno assistito la quasi totalità delle operazioni (6,2 su 6,5 miliardi di € complessivi).
Altri dati confermano l’interesse e la rilevanza della presenza di intermediari ed investitori esteri nel mercato italiano dell’equity. La Consob segnala che nel 2015 il 66 per cento delle comunicazioni sulle posizioni rilevanti nel capitale di rischio di imprese italiane quotate proviene da investitori esteri (2014: 61%, 2013: 44%). L’indagine di Ir Top sulle imprese quotate sul segmento Star rileva che gli investitori esteri sono il 74% del totale degli investitori istituzionali, con un investimento di circa 2,2 miliardi di €. Usa e Regno Unito sono i principali Paesi di provenienza. Nel 2015 sono entrati 5 nuovi investitori istituzionali esteri.
RISPARMIO GESTITO
Nel 2015 è proseguita la crescita della massa gestita (Assets Under Management, Aum) dagli operatori dell’industria del risparmio gestito in Italia. A fine dicembre il valore degli Aum nelle gestioni collettive e di portafoglio ha raggiunto i 1.834 miliardi di euro (+15 per cento su base annua). Il patrimonio gestito da gruppi esteri è pari a circa 447 miliardi di euro (+31 per cento), ovvero il 24 per cento del totale. Negli ultimi anni il trend di crescita ha riguardato la maggior parte dei comparti della gestione collettiva e di portafoglio, in alcuni dei quali gli operatori esteri detengono quote particolarmente significative (fondi aperti, 36 per cento; gestione di patrimoni previdenziali, 46 per cento).
Negli ultimi anni è cresciuta anche la quota di mercato degli intermediari esteri nel comparto dei fondi pensione. A fine 2015 tali operatori detengono circa 21 miliardi di € di Aum (+3,5 miliardi di € nell’anno), con particolare rilievo nei fondi pensione negoziali (52 per cento).
IMPIEGHI E RACCOLTA NEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
In linea con il trend mostrato dagli impieghi delle banche italiane, i prestiti delle banche estere si sono stabilizzati nel 2015, rimanendo attorno – in termini di quota di mercato – al 14 per cento. La quota è variabile per tipologia di controparte, e pari circa al 20 per cento nei prestiti alle famiglie e al 12 per cento in quelli alle imprese.
La quota di mercato sui titoli in portafoglio, prevalentemente titoli del debito pubblico e obbligazioni di banche italiane, è rimasta stabile. In particolare, la quota è pari al 5 per cento per i titoli pubblici e al 7 per cento per le emissioni bancarie.
Sul fronte della raccolta, la quota detenuta sui depositi da clientela è aumentata di quasi un punto percentuale (10,7 per cento a fine 2015), mentre si è ridotta la quota sui depositi interbancari (30,1 per cento). Una frazionale riduzione ha interessato anche le emissioni di titoli (5 per cento).
In conseguenza di tali trend, il funding gap delle banche estere è calato: negli ultimi 3 anni, in particolare, è passato dal 50 per cento al 40 per cento.
IL CREDITO SPECIALIZZATO: CREDITO AL CONSUMO, LEASING E FACTORING
Nel credito specializzato la quota dei soggetti esteri è rimasta stabile rispetto all’anno precedente.
Nel 2015 si è rafforzata la crescita dei flussi nel credito al consumo, di cui hanno beneficiato anche i soggetti esteri (da 21,7 a 23,9 miliardi di €, per un mercato che complessivamente vale cica 52 miliardi di €). Tra gli operatori esteri la quota delle banche è circa il 17 per cento (ovvero l’8 per cento del totale), mentre il resto è riconducibile ad operatori specializzati.
Anche il mercato italiano del leasing ha visto flussi in crescita (+10 per cento, fino a 17,1 miliardi di €). La quota dei player esteri, in crescita di un punto percentuale, si è attestata al 46 per cento. Tra gli operatori esteri particolare rilievo ha la quota degli intermediari bancari (36 per cento del totale e in crescita di 5 punti percentuali negli ultimi 2 anni).
Nel comparto del factoring, la crescita del turnover annuo (+4 per cento, a 185 miliardi di €) si è accompagnata ad un incremento – modesto – dei volumi intermediati dai soggetti esteri (da 36 a 36,7 miliardi di €), la cui quota di mercato è rimasta stabile attorno al 20 per cento.
ESTRATTI DAL VI RAPPORTO, SI RIPORTANO GLI HIGHLIGHTS E I PRINCIPALI DATI DI SINTESI:
2015 |
2014 |
|
Filiali di banche estere in Italia |
81 |
79 |
Debito pubblico detenuto da non residenti |
38% |
34% |
Quota di mercato delle banche estere sui prestiti a clientela |
14% |
14% |
Quota di mercato nei prestiti sindacati |
85% |
77% |
Quota di mercato nel project finance italiano |
38% |
41% |
Quota di mercato nelle cartolarizzazioni (ABS e MBS) |
69% |
91% |
% controvalore emissioni su Debt Capital Markets con la partecipazione di bookrunner esteri |
80% |
80% |
% controvalore emissioni su Equity Capital Markets con la partecipazione di bookrunner esteri |
96% |
95% |
Raccolta di provenienza estera nel mercato italiano del private equity e del venture capital |
53% |
73% |
Quota delle operazioni di M&A cross-border in entrata sul totale del mercato italiano M&A |
55% |
53% |
Quota degli investitori istituzionali esteri rispetto al numero totale di investitori istituzionali, Borsa Italiana, segmento Star |
74% |
82% |
Quota di mercato su MTS Italy (Cash Market e Repo Market) |
62% |
65% |
Asset Management (Gestione collettiva e di Portafoglio e fondi pensione): % di AUM (Assets Under Management) riconducibile a banche e intermediari esteri |
25% |
22% |
Quota di mercato di banche e intermediari esteri nel mercato italiano del credito al consumo |
46% |
47% |
Quota di mercato di banche e intermediari esteri nel mercato italiano del leasing |
46% |
45% |
Quota di mercato di banche e intermediari esteri nel mercato italiano del factoring |
20% |
20% |