La giornata dell’ECB è iniziata con un tono discreto sui mercati. Wall Street ieri sera ha prevedibilmente macinato un altro record, sostenuta da discreti risultati e priva di ostacoli, trovandosi in territori inesplorati. L’Asia ne ha giovato, con i principali indici (esclusi India e Sud Corea) in progresso.
Tokyo si è ulteriormente avvantaggiata di speculazioni circa il nuovo budget fiscale, addirittura da 20 trilioni di Yen secondo Kyodo, ripreso da Reuters. La doccia fredda di Kuroda (vedi sotto) è arrivata troppo tardi per danneggiare il cash. Attese a 3 mesi sul Tankan Reuter mensile ai minimi costituiscono food for thought per autorità monetarie e fiscali.
In recupero anche mercati locali cinesi e Hong Kong, senza particolari catalyst. Anzi, i dati pubblicati da Safe segnalano una ripresa di flussi di capitali in uscita, anche se l’autority ha osservato che i flussi sono calati nel primo semestre dell’anno e non si attende accelerazioni in alcun senso.
Il buon mood generale ha offerto all’Europa una apertura discreta, che è stata però guastata dal comparire sugli schermi di alcune dichiarazioni di Kuroda, tra cui che “non c’è possibilità, ne necessità di “Helicopter Money”. Lo Yen ha rapidamente preso il volo, e i future azionari son passati in rosso, guidati dal Nikkei. Successivamente, è emerso che le dichiarazioni appartenevano ad un intervista radiofonica registrata oltre un mese prima, il che ne ha attenuato gli effetti, anche se gli asset giapponesi non sono riusciti a confermare l’ottimismo della notte.
Circa il contenuto delle dichiarazioni, vecchie o meno che fossero, si possono fare 2 osservazioni:
1) il finanziamento diretto da parte della BOJ di spesa pubblica è vietato dalla legge in Giappone, e quindi è ovvio che, ufficialmente, al momento deve prevalere la tesi negazionista. Ma con la Banca Centrale che compra titoli in quantità ben superiore alle emissioni nette si può dire che , in una certa forma, l’Helicopter money è già in corso.
2) In materia di politica monetaria straordinaria, non c’è da dare troppo peso alle dichiarazioni dei banchieri centrali e in particolare di Kuroda, che, a 10 giorni dall’infausto taglio in negativo dei tassi di deposito di gennaio aveva dichiarato di non aver in programma tassi negativi.
E’ innegabile che nel breve i mercati incorporano significative aspettative di azione monetaria e fiscale. Una survey di Citigroup ha mostrato che il 70% degli intervistati si attende qualcosa il 29 luglio. Ma vale anche quanto detto ieri. Abe e Kuroda devono dare un segnale, o accettare che il mercato pensi che hanno gettato la spugna.
Posto che alle 13.45 non è stata annunciata alcuna azione, ne nessuno se lo attendeva, lo Statement di Draghi ha causato un po’ di delusione sui mercati.
Rispetto al precedente meeting, e’ stata rimossa la notazione che “il bilancio dei rischi è migliorato sulla crescita”, ma è stata anche sottolineata la resilience dei mercati a fronte degli shock (brexit, attentati etc) e l’efficacia delle misure già in vigore. Draghi ha confermato la determinazione ad agire alla bisogna, ma dal tono non è sembrato che bolla in pentola qualcosa di grosso per settembre. Ne è stato dato seguito alle speculazione di una modifica delle regole per gli acquisti di asset, tale da far pensare che si prepari il terreno per in incremento degli stessi.
Un po’ poco per un consenso che si attendeva per lo meno qualche indizio di nuove azioni in arrivo a breve. E cosi l’iniziale reazione ha visto azionario in ritirata, euro in recupero e spread in allargamento, visto che le proporzioni degli acquisti di Bund e Btp restano invariate.
A correggere il quadro è intervenuto successivamente il Q&A, in particolare quando, sollecitato sul tema, il Presidente ECB ha dichiarato che:
** I problemi legati ai non performing loans bancari e in generale alla profittabilità degli istituti sono rilevanti, perchè costituiscono un ostacolo alla trasmissione della politica monetaria, visto che 80% del credito all’economia avviene tramite quel canale.
** In casi eccezionali gli stati possono fornire un supporto allo sgravio dei non performing loans per evitare svendite che penalizzino troppo gli istituti più deboli. Le regole offrono flessibilità che deve essere concordata con la Commissione.
Nulla di eccessivamente originale, ma al mercato non è sfuggita l’attenzione del Presidente all’impatto dei prezzi delle banche sulla loro funzione di erogatori della politica monetaria. Cosi il settore ha reagito, consentendo al mercato di recuperare le perdite.
Nel pomeriggio Bloomberg ha riportato che la Merkel sarebbe disposta a offrire a Renzi margine di manovra sulla soluzione per le banche italiane, per evitare una crisi politica che sarebbe l’ennesima tegola per l’EU.
Oltreoceano, ha ripreso un po’ vita il calendario macro.
** Il Chicago FED di giugno è tornato a segnalare attività sopra trend, dopo il dato mediocre di maggio (0.16 da prec -0.56 e vs atetse per -0.2)
** I jobless claims sono tornati sui minimi di periodo (253.000). La lettura bassa depone bene per i payrolls di luglio, visto che si riferisce alla settimana di rilevazione
** Il Philly FED di luglio ha deluso, tornando in negativo (-2.9 da prec +4.7 e vs attese per 4.5) per la prima volta da 11 mesi. Ma i sottoindici mostrano un quadro diverso, con new orders (11 da -3) e shipments (6.3 da -2.1) in forte ripresa.
** Sopra attese infine le existing home sales di giugno(1.1% da prec +1.5% e vs attese per -0.9%).
In generale dei buoni dati, che confermano l’accelerazione ciclica estiva. Poco impressionata Wall Street, che al momento è impegnata a mangiarsi i guadagni di ieri. Non si può salire tutti i giorni, d’altronde. La tenue risk adversion ha offerto supporto ai bonds core, i cui rendimenti chiudono invariati dopo aver passato il grosso della giornata a salire moderatamente.
Domani, i PMI flash di luglio forniranno una prima valutazione dei danni imposti dalla Brexit alla confidence delle aziende manifatturiere Europee e US.