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Perché il Festival Puccini deve essere sostenuto

Venerdì 15 luglio viene inaugurato il 62° festival pucciniano nel Gran Teatro all’aperto costruito a Torre del Lago. Il festival, che si estende sino al 12 agosto, presenta come sempre un programma di grande qualità. A quattro delle opere più note del compositore (Tosca, La Bohème, Turandot e Madama Butterfly) viene affiancata Turandot di Ferruccio Busoni (una vera chicca: ne ricordo un allestimento nell’aprile 1980 al Teatro Filarmonico di Verona) nonché spettacoli di danza e concerti. E’ uno degli appuntamenti estivi da non mancare anche in quanto vengono schierati interpreti di livello. I dettagli possono essere trovati sul sito della manifestazione.

In questa sede occorre sottolineare come la manifestazione, pur riconosciuta per legge come uno dei quattro festival musicali di “valenza internazionale”, non sembra adeguatamente sostenuta. I suoi organizzatori si devono ingegnare con molta capacità per coniugare alta qualità con scarsi finanziamenti. Alcuni anni fa, il sostegno dello Stato, allora incanalato tramite la Spa Arcus (una joint venture del Ministero dei Beni Cultura e del Ministero delle Infrastrutture), venne a mancare a causa di un disguido burocratico. Il festival rischiava di saltare. Puccini è così amato nel resto del mondo che si mobilitarono enti ed impresari del Giappone e di Hong Kong  offrendo loro produzioni per assicurare che si tenesse. Anche quest’anno si è dovuto rivedere il calendario e ridurre il numero delle rappresentazioni a ragione delle difficoltà di uno dei sostenitori tradizionali dell’iniziativa (il Monte dei Paschi di Siena) e del mutuo contratto per costruire il Grande Teatro in muratura e relativo parco.

Il festival contiene i costi utilizzando in gran misura scene e costumi dei propri laboratori già messi in scena in passato, ma con regie a volte nuove. Ad esempio, per la Tosca inaugurale, i costumi provengono dalla prestigiosa  collezione della Fondazione Cerratelli, curati da Diego Fiorini e Floridia Benedettini. La regia è di Enrico Vanzina, al debutto nel teatro lirico. Tra iprotagonisti il soprano cinese Hui He, che si alterna con  Dimitra Theodossiu e Jorge de Leòn, che si alterna con Alessandro Goldoni. Nel ruolo di Scarpia si alterneranno Lucio Gallo e Carlo Guelfi. Sul podio dell’Orchestra del Festival Puccini, la bacchetta di Alberto Veronesi. Per La Bohème  una ripresa d’eccezione: quella che rappresenta testamento artistico di Ettore Scola, il quale nel 2014 ha firmato per il Festival di Torre del Lago il suo ultimo lavoro per il teatro lirico. Grande interprete Fiorenza Cedolins. Per Turandot, il festival celebra questo anniversario dei 90 anni dalla prima rappresentazione con una produzione entrata a far parte della storia degli allestimenti. L’impianto scenico, tradizionale, è firmato da Ezio Frigerio ed è esaltato dai meravigliosi costumi del premio Oscar Franca Squarciapino, nella ripresa registica di Enrico Stinchelli. Nel ruolo della Principessa Turandot il pubblico di Torre del Lago potrà apprezzare il soprano sloveno Rebeka Lokar  a cui si alternerà il bravo soprano di Taiwan TsoHan – Ying. Il Principe Calaf sarà il tenore coreano Rudy Park.

Per Madama Butterfly viene ripreso l’allestimento che ha inaugurato il percorso “Scolpire l’Opera”  con le scenografie del grande scultore giapponese Kan Yasuda. Lo spettacolo per la regia di Vivien Hewitt, i costumi nell’originale concezione di Regina Schereker, si inserisce nel ciclo di eventi per le Celebrazioni dei 150 anni di Relazioni tra Italia e Giappone. Nel ruolo di Cio Cio San Donata D’annunzio Lombardi, al suo fianco nel ruolo di Pinkerton il tenore Hector Lopez.


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